“Ottocento anni fa san Francesco chiamava a raccolta l’intera creazione perché con lui elevasse un cantico di lode al Dio creatore. Purtroppo però, come dice Papa Francesco nella Laudato si’, ‘per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio’ (LS 33). Oggi noi, insieme, chiamiamo a raccolta l’intera umanità, amata da Dio, perché il canto della creazione possa continuare a librarsi nell’aria. Una chiamata alla responsabilità di ciascuno, perché le voci di tutti, in dialogo tra loro, risuonino in armonia e diffondano pace”. Lo ha detto fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento di Assisi, in occasione del lancio dell’appello “Chiamata alla responsabilità per la transizione ecologica: dai dibattiti ai dialoghi, dal dire al fare” sottoscritto da 40 organizzazioni cattoliche. Nell’800° anniversario del Cantico delle Creature di San Francesco e nel 10° anniversario della Laudato si’, questa “Chiamata” – ha sottolineato Cecilia Dall’Oglio, responsabile Italia e Global Movement Advisor Movimento Laudato si’ – nasce dalla “volontà condivisa di dare slancio all’impegno per la transizione ecologica fuori dai combustibili fossili verso un sistema energetico rinnovabile e decentralizzato. Dieci anni fa su questi temi non eravamo così attivi e partecipi, ora ci siamo!”. Per Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, “la cura del Creato diventa oggi impegno per costruire pace e rigenerare la democrazia. È la forma concreta della speranza che ci chiedono i giovani e che il Giubileo ci invita a rinnovare”. La Laudato si’ – ha sottolineato Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli – “lega indissolubilmente la custodia del Creato al grido dei poveri e della Terra. Non è solo ecologia, ma giustizia sociale e fraternità globale. Le guerre nascono dall’accaparramento delle risorse e dalle diseguaglianze. Solo insieme, con un pensiero diverso, saremo capaci di costruire amicizia sociale e pace”. “La nostra Terra è casa, dono e relazione”, hanno osservato Francesco Scoppola e Roberta Vincini, presidenti dell’Agesci, per i quali “in un tempo in cui il grido del Creato si fa sempre più forte, sentiamo il dovere di rispondere con speranza. La firma della ‘Chiamata alla responsabilità’ è un gesto concreto: come guide e scout siamo da sempre parte attiva di quel cambiamento che mette al centro cura, giustizia e pace”. “Il Masci – ha rilevato il presidente Massimiliano Costa – vive la responsabilità come vocazione: essere parte di un tutto più grande. Testimoni di speranza, che per noi non è ottimismo ma certezza che la vita ha senso perché radicata in Cristo”.