
“Non si può dire che gli altri papi prima di Francesco siano stati lontani dalla gente, ma facevano quello che si era sempre fatto… Lui invece ha avuto il coraggio di andare oltre: è sceso di un piano, ma ha alzato il livello, cambiando la tradizione per avvicinare la gente. Io spesso gli domandavo: ‘Jorge, ma da dove prendi queste parole che non esistono in nessun dizionario?’. E lui mi rispondeva: ‘Io le invento! Così ascoltano’”. A ricordare con la redazione di “Popoli e Missione” la personalità di Jorge Mario Bergoglio è sua cugina Ana Rosa Sivori, classe 1942, argentina di nascita, ma thailandese di adozione. Che aggiunge: “È sempre stata una persona molto intelligente Jorge, fin da ragazzo, niente veniva lasciato al caso, andava dritto al punto. Lui scriveva tutto: i discorsi, gli incontri, le idee. Gli veniva dall’anima, da dentro”. L’incontro avviene a Roma nei giorni successivi al funerale del Pontefice e in vista del Conclave. Dopo 60 anni di missione nel Paese asiatico come Figlia di Maria Ausiliatrice, Ana Rosa si sente parte di quella terra. “Non sono proprio 60 – precisa con un sorriso – sono 59 e qualcosa… Era il 1966 quando a 23 anni ho lasciato il mio Paese. E poco dopo, nel 1969 Jorge diventava sacerdote”. Molto legati fin da bambini, i due cugini – il nonno materno di Ana Rosa e la mamma di Jorge erano fratelli – hanno continuato a scriversi e sentirsi nel corso di tutti gli anni successivi alla partenza da Buenos Aires. E poi nel periodo del papato di Francesco “mi scriveva lettere, le ho tutte, tante lettere!”.
La speranza di suor Ana adesso è che il futuro Papa mantenga le aperture di Bergoglio. “Ho subito detto: Spirito Santo illuminali, perché chi prende il posto di Francesco segua la stessa strada! Magari adagio, ma che non vada indietro!”. Qui il servizio.