Ci sono “quattro imperativi chiave per costruire un’Europa veramente indipendente”, quindi libera: costruire “una nuova forma di Pax Europaea per il XXI secolo” perché “gli avversari delle nostre società democratiche e aperte si sono riarmati e ri-mobilitati”. E quindi è urgente investire nella nostra sicurezza “per investire nella difesa della pace”. “Un nuovo ordine internazionale emergerà in questo decennio”, così si è espressa oggi la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ad Aquisgrana, e “se non vogliamo accettare semplicemente le conseguenze che questo avrà per l’Europa e il mondo, dobbiamo plasmare questo nuovo ordine. La storia non perdona né tentennamenti né rinvii. La nostra missione è l’indipendenza europea”. Il secondo imperativo è “porre l’innovazione e la competitività al centro del rinnovamento dell’Europa”, per recuperare terreno nei settori più lenti, attirando investimenti e imprese. “Naturalmente, vogliamo ristabilire il nostro partenariato commerciale con gli Stati Uniti su basi più solide”, ha specificato, sottolineando però che “l’87% del commercio globale avviene con altri Paesi, tutti alla ricerca di stabilità e opportunità che l’Europa può offrire”. Il terzo imperativo è la riunificazione del continente, perché, più ampia, l’Europa potrà ridurre le sue dipendenze, avere una voce più forte. L’Ucraina, i Balcani occidentali, la Moldavia, la Georgia, i Paesi citati. L’ultimo imperativo, sotteso a tutti gli altri, è il rafforzamento della democrazia, perché “può essere distrutta molto più velocemente di quanto venga costruita”. Ma la si potrà proteggere “solo dimostrando che la democrazia è al servizio delle persone e produce risultati” e che “l’Europa può prosperare solo se prospera anche la democrazia”. La presidente ha quindi concluso il suo discorso con un ricordo personale di bambina alla Scuola europea di Bruxelles, e un sogno: quello di un’Unione in cui ogni singolo giovane possa muoversi e “sperimentare ciò che rende l’Europa così unica”. Ed è il fatto che “ogni volta in cui le nostre culture si sono unite, l’Europa ha creato meraviglie”.