Migrazioni: Meloni, “sicurezza dei confini passa anche e soprattutto dal governo dei flussi illegali”. “Modello Albania è soluzione innovativa”

(Foto Presidenza del Consiglio dei ministri)

“La sicurezza dei confini passa anche e soprattutto dal governo dei flussi migratori e dal contrasto all’immigrazione illegale di massa. Fenomeno globale, che interessa particolarmente l’Europa, dentro e fuori i confini Ue”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato in occasione del Border Security Summit di Londra, organizzato dal primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer. “I nostri Governi – ha spiegato il premier italiano – stanno lavorando insieme da tempo per sconfiggere le organizzazioni criminali che lucrano sulla disperazione e sul legittimo desiderio delle persone di avere condizioni di vita migliori. Stiamo unendo gli sforzi, facendo parlare di più le Forze di polizia, i servizi di intelligence e le autorità giudiziarie perché l’obiettivo comune è puntare al cuore del problema, che sono i profitti di scafisti e trafficanti. E lo stiamo facendo seguendo quella straordinaria intuizione di due grandi giudici italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che è riassunta nelle parole ‘follow the money’ e che è diventata un modello internazionale. Altrettanto cruciale, in questo senso, è il rafforzamento della cooperazione di Europol e Eurojust con i Paesi terzi”. “Stiamo lavorando, insieme, anche per affrontare le cause profonde della migrazione e garantire così il diritto a non dover migrare”, ha proseguito Meloni, precisando che “ciò vuol dire costruire un modello di cooperazione con le Nazioni di origine e transito dei flussi migratori, affinché possano prosperare con le risorse che possiedono. E sono molto felice, da questo punto di vista, dell’ottima collaborazione avviata con il Regno Unito nell’ambito del Processo di Roma, soprattutto sul fronte dei rimpatri volontari assistiti”. “Ma combattere l’immigrazione illegale significa, anche, favorire quella legale, e riaffermare il principio che spetta ad ogni Nazione, e non ai trafficanti, decidere chi deve entrare e chi no sul proprio territorio”, ha ammonito il presidente del Consiglio, convinta che “non bisogna aver paura di immaginare e costruire soluzioni innovative, come quella avviata dall’Italia con l’Albania. Modello criticato all’inizio ma che ha poi raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi”. “Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato”, ha rivendicato Meloni.

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