Cammino sinodale: card. Zuppi, “la gioia cristiana non è per elite, ma per tutti”

“Il Cammino sinodale è stato ed è un percorso fondamentalmente spirituale, un’occasione propizia per rinnovare il legame tra la Chiesa e il suo Signore Risorto, un modo per leggere i segni dei tempi, dilatare il cuore nella fede, nella speranza e nella carità, per costruire comunità e la Chiesa di Dio”. E’ il bilancio del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, del Cammino sinodale della Chiesa italiana, giunto alla sua tappa finale. “A mio parere è proprio questo il problema che ci deve appassionare per il futuro: costruttori di comunità, di relazioni, di famiglie dove si è generati alla vita e si ricostruisce il noi della casa del Padre, altrimenti blindata dal rancore ferito del fratello maggiore che non ha interesse alla fraternità”, l’indicazione di marcia nella sua introduzione alla seconda Assemblea sinodale della Chiesa italiana, che si apre questo pomeriggio in Aula Paolo VI. “Il modo sinodale di cui parlava il Papa è diventato lo stile che ci ha ispirato in questi quattro anni di Cammino sinodale”, ha assicurato Zuppi parlando della gioia, messaggio controcorrente in un mondo “attratto dalla forza di un io che si impone e risolve, con sintesi che a volte appaiono grottesche, altre preoccupanti e pericolose”. “La gioia cristiana che il Cammino sinodale ci ha concretamente illustrato è comunitaria, ecclesiale, non per élite di Chiesa, ma finalmente al plurale e per tutti”, l’affresco del presidente della Cei.

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