“Non è una vergogna essere schiavi; la vergogna è avere degli schiavi”. Le parole di Gandhi rimangono di drammatica attualità, “in un mondo in cui – Italia compresa – la schiavitù non è un tema del passato, ma una sciagura diffusa in ogni ambito economico. Agricoltura, edilizia, industria, ristorazione, lavori di cura, turismo… tutti settori in cui ancora oggi è presente il lavoro schiavo. A questi vanno aggiunte la nuova frontiera del caporalato digitale, che coinvolge migliaia di persone soprattutto nella logistica, e la vecchia piaga della tratta di persone per lo sfruttamento sessuale”. Delle schiavitù tollerate e anzi favorite da un sistema economico e da un mondo del lavoro in cui si allargano le zone d’ombra, e in cui si muove la criminalità organizzata, si occupa il convegno “Un mondo di schiavi” che Centro Pime e Caritas Ambrosiana organizzano alla vigilia della Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. Al convegno (aperto a tutti e accreditato per la formazione di giornalisti, assistenti sociali e insegnanti) parteciperanno – come segnalano i promotori – esperti e testimoni diretti “di cosa accade ogni giorno nei luoghi di produzione e commercio di diversi settori della nostra economia”. Il convegno si terrà venerdì 7 febbraio, dalle ore 18, al Centro Pime, via Mosè Bianchi 94 a Milano.
“Il Giubileo è una profezia biblica che include, tra gli obiettivi, la liberazione degli schiavi – osserva padre Gianni Criveller, missionario, direttore del Centro Pime di Milano –. Un tema su cui da anni ci impegniamo nelle missioni, per prevenire il traffico di persone, ma anche qui in Italia. Il dramma della tratta e del grave sfruttamento è più vicino di quanto si pensi”. “Il convegno in vista dell’8 febbraio è giunto all’11ma edizione e noi proseguiamo convinti nella collaborazione con il Pime – afferma Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Il tema della dignità del lavoro e dei lavoratori, che vediamo rivolgersi sempre più numerosi ai centri d’ascolto, perché impoveriti, ci interpella da vicino”.