“Il grido di allarme di Papa Francesco oggi, al Summit Internazionale sui diritti dei bambini, è anche il nostro e auspichiamo che il suo messaggio arrivi forte alla comunità internazionale affinché metta in cima all’agenda politica la realizzazione di sistemi di protezione dell’infanzia che garantiscano ai tanti bambini, bambine, ragazzi e ragazze, che vivono in contesti di guerra o colpiti da crisi climatiche, vittime di abusi e sfruttamento, l’accesso ai diritti che spettano loro. Solo così potremo garantire loro una crescita sana, la realizzazione dei loro talenti, l’aspirazione a un futuro libero da violenze, l’ascolto delle loro voci affinché siano agenti di cambiamento e parte attiva della crescita della propria comunità. Perché un mondo che non investe sui bambini, non investe sul proprio futuro”. Lo dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, in occasione del Summit Internazionale sui diritti dei bambini in corso in Vaticano e voluto da Papa Francesco. “È trascorso poco più di un secolo da quando Eglantyne Jebb, la fondatrice di Save the Children, ha redatto la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, adottata nel 1924 a Ginevra da parte della Società delle Nazioni, un rivoluzionario documento nel quale si affermava per la prima volta l’esistenza di diritti specifici per i più piccoli, da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento”, osserva Tatarella: “Nonostante i tanti progressi compiuti nell’ultimo secolo, ancora oggi assistiamo a continue violazioni dei diritti dei minori, mentre le disuguaglianze aumentano e in alcuni contesti le situazioni peggiorano. Abbiamo il dovere, ogni giorno, di mettere i bambini, i loro diritti, le loro speranze, al centro del dibattito internazionale e contribuire ad accendere i riflettori sulla necessità di moltiplicare gli sforzi a tutela dell’infanzia nel mondo”.