“Proteggere i bambini significa essere pronti a cambiare i nostri atteggiamenti, come genitori e come nonni”. Lo ha detto Mario Draghi, intervenuto al Summit internazionale dei diritti dei bambini, in corso in Vaticano. “Educazione è protezione”, ha spiegato l’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Banca Centrale Europea: “E la principale azione universale – presente anche nella nostra Costituzione all’articolo 34 – è l’istruzione”. “Investire nella scuola, in modo intelligente e lungimirante, è il primo atto di responsabilità per una società che intende davvero amare e proteggere i propri figli”, la tesi di Draghi: “La scuola è lo strumento che ha lo Stato per assicurare a tutti una stessa base di partenza, soprattutto in età in cui i bambini sono particolarmente ricettivi agli stimoli a cui sono esposti. E’ per questo che, durante la pandemia, il nostro Governo ha dato la massima priorità alla riapertura in sicurezza delle scuole. Ed è per questo che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza investe negli asili nido e nel tempo pieno”. Secondo Draghi, “occorre continuare su questa strada, per dare ai giovani le competenze necessarie per affrontare le grandi transizioni che stiamo vivendo e che influiranno in modo decisivo sul loro futuro”. Nello scenario internazionale di oggi, inoltre, “è essenziale tutelare il il diritto alla protezione dei bambini, prime vittime delle guerre. Lo vediamo in Ucraina, a Gaza e in tutti i luoghi dove ci sono conflitti armati. Dobbiamo cercare la pace – una pace che sia giusta, vera e stabile. Non possiamo lasciare ai nostri figli un mondo meno libero e meno democratico di quello che abbiamo ricevuto dai nostri padri”.