“Non dobbiamo temere di rimetterci a pensare e a studiare, ad approfondire e sperimentare, così come non dobbiamo stancarci di narrare le tante espressioni di bene che oggi sono all’opera spesso come segno di contraddizione e seme di speranza. E soprattutto non dobbiamo – non possiamo! – avere paura né alimentare le paure altrui, sarebbe di fatto un atteggiamento immemore della gioia del Risorto”. È l’esortazione espressa oggi pomeriggio da Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, in apertura della costituente “La rete di Trieste. (Perfino) più di un partito” in svolgimento al Th Hotel Carpegna di Roma.
“Di fronte alle sfide epocali che abbiamo di fronte (guerra/pace, ambiente e salute, diseguaglianze, I.A. e lavoro) emerge la difficoltà della politica di elaborare visioni lungimiranti e trovare soluzioni comuni, diventa necessario dar vita a una nuova narrazione”, ha proseguito citando il presidente Mattarella; il tutto “cominciando da quella della ricostruzione di Istituzioni giuste capaci di custodire e garantire la pace tra i popoli riducendo le disuguaglianze economiche e sociali attraverso politiche pubbliche che focalizzino di più la centralità della persona e il primato delle relazioni”. “Come associazioni ecclesiali – ha ricordato Notarstefano – abbiamo sentito il bisogno di ritrovarci ed esprimere un giudizio comune su tali grandi questioni, elaborando due documenti sulla urgenza della pace e sulla necessità di riforme costituzionali condivise, documenti che abbiamo voluto offrire come nostro contributo a questo lavoro corale che sono le Settimane sociali”; “vi confermiamo che vogliamo continuare in questo percorso che sta maturando nell’ascolto sincero, nella stima reciproca e nell’amicizia”, ha assicurato il presidente dell’Ac, per il quale “è vitale (urgente o rapida se volete!) una nuova fraternità necessaria per riprendere con coraggio itinerari di dialogo e di confronto ad ogni livello istituzionale e civile”. “Ai laici cristiani è chiesto un lavoro culturale e artigianale di intreccio e di tessitura in un contesto fortemente polarizzato, attraversando la complessità che c’è e che non può essere ridotta o banalizzata per appagare le esigenze di una comunicazione che tende a semplificare e a mettere continuamente in scena lo scontro”, ha rilevato Notarstefano, convinto che “la buona politica, la politica con la ‘P’ maiuscola, deve ritrovare la sapienza di abitare quello spazio storico che si contende l’immediatezza di risposte concrete e il tormento di soluzioni migliori o impossibili”. “Siamo chiamati ad assumere una postura generosa e disinteressata, con la gioia spirituale di partecipare ad un lavoro di costruzione di un noi più grande”, ha concluso.