Si è svolto ieri mattina, nella sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, un incontro sul ruolo delle donne nella Chiesa, nelle comunità di fede e nella società. L’incontro, valido ai fini della formazione professionale di giornaliste e giornalisti, è stato organizzato dalla partnership del progetto #100esperte – GiULiA Giornaliste, Osservatorio di Pavia e Fondazione Bracco – in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti Lombardiae l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica.
Nel contesto dell’Anno giubilare dedicato alla speranza, il corso è nato dall’esigenza di valorizzare, attraverso una pluralità di prospettive, la voce e l’operato delle donne all’interno della Chiesa cattolica e nelle diverse tradizioni religiose, mettendo in luce il loro fondamentale contributo al rinnovamento delle comunità ecclesiali e al dialogo interreligioso.
L’evento, moderato da Maria Luisa Villa, giornalista di GiULiA Giornaliste e parte del team #100esperte, ha offerto una lettura profonda e articolata del protagonismo femminile, in particolare alla luce degli importanti cambiamenti che stanno investendo le Chiese cristiane, come testimonia la recente e rivoluzionaria nomina di una donna alla guida della Chiesa anglicana.
Come ha sottolineato Monia Azzalini, responsabile del progetto #100esperte per l’Osservatorio di Pavia, la voce delle donne continua a essere trascurata nel dibattito pubblico, a partire dai media: “Se i media non promuovono le donne come protagoniste o come voci autorevoli del discorso pubblico, se addirittura non le vedono neanche, è difficile che il mondo sappia quale contributo possono dare alla società”. Per questo è nato #100esperte, il primo progetto italiano con l’ambizione di innescare un circolo virtuoso fra visibilità femminile, narrazione pubblica e protagonismo delle donne nella realtà.
Secondo Mariagrazia Fanchi, direttrice dell’Almed, “la presenza delle donne nella ‘Chiesa in uscita’, di cui ci ha parlato Papa Francesco, è una realtà. Si tratta di guardare alle tante donne che già ricoprono molti ruoli nella Chiesa e nelle Chiese, di riconoscerle e raccontarle attraverso i media, in modo che entrino nell’agenda pubblica e la loro visibilità sia motore di cambiamento”.
Raffaella Iafrate, delegata del rettore alle Pari Opportunità dell’Università Cattolica, ha detto: “La valorizzazione del talento e della leadership femminile è diventato in questi ultimi anni un tema sempre più visibile e urgente per il nostro Ateneo, che tanto deve alle donne – a partire dalla figura di Armida Barelli – e che attraverso questa attenzione alla parità di genere, sta dedicando sempre più spazio alla promozione di una cultura delle pari opportunità in senso lato, nel rispetto di tutte le differenze dell’umano e nella lotta a tutte le discriminazioni.
Secondo mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, “spesso per parlare delle donne nella Chiesa si usano categorie più sociologiche che teologiche e forse questo è il punto più critico circa questa tematica. Occorre recuperare l’orizzonte teologico-spirituale per comprendere in modo appropriato non tanto il ruolo, quanto piuttosto la “missione” delle donne che sono in prima linea, ossia vere e fondamentali protagoniste, della storia della salvezza e della missione della Chiesa”.