Istituto ciechi: mons. Delpini, “il bisogno dell’altro diventa una chiamata per ciascuno di noi”. Presto una “Casa della luce”

(Milano) “Le nostre domande sbagliate sono: ‘Perché Dio mi ha fatto questo, mi ha mandato questa disgrazia, questo incidente?’. Il Signore contesta duramente l’idea che Dio possa essere all’origine di un male. Per quanto la mentalità pagana continui ostinatamente a porsi tali interrogativi, bisogna avere un’altra prospettiva’. Ha detto questo l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, aprendo il suo intervento durante la serata che ha festeggiato i 185 anni del’Istituto dei ciechi di Milano. Oggi una fondazione al cuore della storia di generosità della città, ma aperta al futuro e alla cultura con il riallestimento dei percorsi museali – tra cui quello del primo museo del Braille – e iniziative di successo come “Dialogo nel buio” con i suoi 5 milioni di di visitatori, o la “Cena e l’aperitivo al buio”, il teatro e le attività per famiglie e bambini.
“Il bisogno dell’altro diventa una chiamata per ciascuno di noi e chiede una risposta, così come ha fatto e fa l’Istituto”, ha proseguito Delpini. “I primi direttori dell’Istituto sono stati dei preti e questo testimonia dell’attaccamento e interesse per questa realtà della Chiesa ambrosiana. Ma se questa è stata una fase della storia, oggi non si tratta di fare una beneficenza, ma di dire che la società è costituita dal fatto che ciascuno offre il suo contributo. Incoraggio perché cresca questa cultura, che mi pare la condizione perché la città non sia un agglomerato di persone che hanno solo pretese, ma una comunità in cui aiutarsi a vicenda”.
Parole a cui ha fatto eco il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala. “Nell’Istituto il lavoro è teso a dare un’opportunità a tante persone, ma anche a convincere tutti noi che è inutile un atteggiamento paternalistico. Serve, invece, far sentire anche i più fragili cittadini di serie A: per questo è fondamentale l’inserimento professionale. Quando iniziammo Expo 2015 decidemmo di puntare la comunicazione su un passaparola virtuoso e ha funzionato. Anche oggi c’è bisogno ovunque di un passaparola che si faccia portatore di un messaggio di speranza, per raccontare il tanto bene che si fa. Porto qui il ringraziamento di tutti i milanesi”. Accanto a Sala anche il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Infine, Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione italiana ciechi, ha annunciato che “Milano è stata scelta, tra 6 città d’Italia, per ospitare, dal 2026, una grande azione di sostegno all’autonomia dei non vedenti con una ‘Casa della luce’ che l’Unione realizzerà in collaborazione con il ministero della Disabilità per la promozione della vita indipendente attraverso le più moderne tecnologie”.

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