“In un quadro che vede un numero di avvalentisi dell’Irc superiore all’80% a livello nazionale”, l’insegnamento della religione cattolica “si conferma uno strumento di arricchimento culturale, di attenzione educativa, di dialogo sincero con tutte le istanze provenienti dal mondo contemporaneo”. Lo si legge nella nota pastorale “L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo”, presentata oggi dalla Cei. Il documento – elaborato dopo “un’ampia consultazione in tutte le diocesi italiane” – descrive in quattro capitoli il “cambiamento d’epoca”, la natura istituzionale dell’Irc, la figura dell’insegnante di religione e i rapporti con la comunità ecclesiale. “Il documento non trascura le difficoltà presenti soprattutto nella gestione organizzativa e nell’applicazione della normativa specifica da parte delle scuole”, si legge nella presentazione. “Continua a far pensare la possibilità offerta agli alunni più grandi di poter uscire da scuola privandosi di un’occasione formativa quale l’Irc o l’attività alternativa”. Tuttavia, “superiori alle criticità sono i segnali di vitalità”. La nota sottolinea come l’Irc non sia “riservato ai cattolici, ma è destinato a tutti coloro che desiderano ampliare i propri orizzonti culturali”, evidenziando che “scelgano di avvalersi dell’Irc anche alunni appartenenti ad altre fedi religiose”.