Giubileo dei detenuti: Rebibbia, tornano i Giochi della Speranza con la “piccola olimpiade” nella sezione femminile

Lo sport come spazio di dignità, incontro e possibilità. Venerdì 12 dicembre, in occasione del Giubileo dei detenuti (12-14 dicembre), si svolgerà la seconda edizione dei “Giochi della Speranza”, la “piccola olimpiade in carcere” ospitata nella casa circondariale di Rebibbia. Dopo il successo dello scorso giugno, l’iniziativa torna con una novità significativa: per la prima volta coinvolgerà la sezione femminile dell’istituto.
Promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) e dalla rete di magistrati “Sport e Legalità”, con il patrocinio del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, la manifestazione si inserisce nel cammino dell’Anno giubilare e propone una riflessione condivisa su giustizia, dignità umana e percorsi di recupero, valorizzando la dimensione educativa e sociale dello sport. Hanno annunciato la loro presenza la deputata Michela De Biase, l’europarlamentare Carolina Morace, allenatrice ed ex calciatrice, e suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Bisogna superare l’idea che lo sport in carcere sia un mero passatempo”, afferma Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport. “L’esperienza ci ha mostrato come possa migliorare concretamente la qualità della vita dei detenuti, diventando una scuola di regole, convivenza e cura di sé”. Un’esigenza confermata anche dal Dap. “La mappatura nazionale dell’attività sportiva negli istituti penitenziari restituisce un quadro disomogeneo, ancora più critico per la popolazione femminile”, sottolinea Ernesto Napolillo, direttore generale dei detenuti e del trattamento. “Servono modelli replicabili e linee guida operative: iniziative come i Giochi della Speranza vanno in questa direzione”. La giornata prevede una piccola olimpiade con quattro rappresentative – detenute, polizia penitenziaria, magistrati ed esponenti della società civile – impegnate in diverse discipline sportive. Un’iniziativa che intende valorizzare lo sport come strumento di crescita personale e reinserimento sociale, capace di attraversare simbolicamente le mura del carcere e parlare alla comunità esterna.

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