Giovani e periferie: Con i bambini e Openpolis, superare la “trappola della povertà educativa”

La quota di residenti tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano è più alta nelle realtà dove la condizione sociale di partenza è più difficile e dove anche il percorso scolastico risulta più critico. “I comuni capoluogo di città metropolitana con più giovani Neet sono – evidenzia il report su giovani e periferie dell’Osservatorio #conibambini presentato oggi a Roma – Catania (35,4%), Palermo (32,4%) e Napoli (29,7%). A quota 20% circa, tra le altre, le due città italiane più popolose, Roma e Milano. La quota scende al 17,3% a Bologna. Anche in questa città dove il fenomeno è meno diffuso, comunque, la quota risulta molto più elevata in aree come Ex Mercato Ortofrutticolo (47,2%), Caab (39,8%) e Pilastro (29,6%), mentre i livelli più bassi si registrano nelle aree di Siepelunga (11,3%), La Dozza (10,9%), Scandellara (5,6%)”.
L’apertura pomeridiana delle scuole, secondo l’indagine, “assume una valenza su tanti livelli diversi: presidio sul territorio, luogo sicuro per i giovani – specialmente nei quartieri più difficili -, contrasto alla dispersione”.
Tra le città si registrano forti divari: oltre l’85% degli alunni delle primarie statali frequenta scuole con il tempo pieno in città come Milano, Firenze, Torino e Roma, mentre sono meno del meno del 10% a Reggio Calabria e Palermo. Anche in questo caso, con differenze interne nelle città. A Palermo, a fronte di una media cittadina pari a circa il 5%, la quota supera il 30% nei quartieri Tribunali-Castellammare (47,4%) e Palazzo Reale-Monte Di Pietà (34%), mentre non raggiunge il 3% in 17 quartieri su 25.
Il quadro evidenzia una “trappola della povertà educativa”, dove condizioni familiari, accesso all’istruzione, rischi di abbandono e difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro si alimentano a vicenda.

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