La Chiesa di Verona ha ufficialmente avviato il percorso verso l’Assemblea diocesana del 16 maggio 2026 a Isola della Scala, un cammino che vedrà il coinvolgimento di centinaia di delegati e numerose tappe territoriali. Il tema guida, tratto dal Vangelo di Marco, sarà “Fate attenzione a quello che ascoltate”, riferimento che orienta l’intero processo. Il vescovo mons. Domenico Pompili sottolinea che la Chiesa non è “una appartenenza a bassa intensità”, ma una “compagnia” che cresce nell’apporto di tutti: si impara a “camminare insieme” quando l’ascolto diventa stile e quando le decisioni pastorali maturano dentro un discernimento condiviso. Non si tratta, precisa, di costruire “un’altra Chiesa”, ma “una Chiesa diversa”, capace di superare il “si è fatto sempre così”. Al centro del percorso ci sono le tappe e le persone coinvolte, segno della scelta sinodale della diocesi. Tra settembre e dicembre 2025 si è costituito il Gruppo di lavoro che ha individuato l’urgenza di rinnovare i percorsi di iniziazione cristiana e ha predisposto le schede di lavoro. Nel tempo di Avvento-Natale 2025 verranno scelti circa 200 delegati per ogni Vicaria, secondo criteri di rappresentatività, partecipazione e competenza. L’apertura ufficiale del cammino coinciderà con la celebrazione conclusiva del Giubileo del 28 dicembre in Cattedrale. Da gennaio a febbraio 2026 si terranno le due Assemblee vicariali, dedicate all’essenzialità e alla reciprocità, vissute con uno stile di profondità. Seguiranno le tre serate degli esercizi spirituali del 12-13-14 marzo, guidati dal card. José Tolentino de Mendonça. Il 16 maggio 2026, l’Assemblea diocesana riunirà delegati, presbiteri, diaconi, membri della Curia e realtà significative della vita ecclesiale; il vescovo presenterà la sintesi dei lavori e le priorità da assumere. La recezione del percorso continuerà poi nella Veglia di Pentecoste del 23 maggio e nella vita ordinaria della diocesi. Il metodo scelto per tutte le fasi è la conversazione spirituale, definita da Pompili “semplice e rivoluzionaria”. Non parte da “cosa dobbiamo fare”, ma da “cosa lo Spirito ci sta dicendo”, valorizzando silenzio, risonanza e una parola libera dal giudizio. Un metodo che “ridà voce a chi di solito tace”, supera polarizzazioni e genera decisioni sostenibili, capaci di costruire vera comunità.