“Nel 2023 la spesa sanitaria italiana era pari all’8,4% del Pil, con una copertura pubblica del 73%, entrambi valori inferiori alla media Ue. L’assistenza ambulatoriale e i prodotti farmaceutici hanno rappresentato oltre la metà della spesa totale, mentre l’assistenza a lungo termine ha costituito solo il 10%, riflettendo la forte dipendenza dall’assistenza familiare”. Sono alcuni dati contenuti nelle 30 pagine del Profilo sanitario dell’Italia pubblicato oggi dalla Commissione europea, insieme a quello d altri 28 Stati europei. Si legge che la densità dei medici è tra le più elevate dell’Ue, ma il sistema sanitario “deve affrontare una carenza di personale infermieristico a causa della formazione limitata e delle retribuzioni non competitive”. Disincentivi strutturali e invecchiamento della forza lavoro sono causa della contrazione della medicina generale, in particolare nelle regioni settentrionali. Se il numero di laureati in medicina supera del 9% la media Ue (dati 2023), il percorso formativo in ambito infermieristico ha subito un forte deterioramento e dal 2020 il numero annuale di laureati è sceso a meno della metà della media Ue: il rapporto tra candidati e posti disponibili è sceso quasi alla parità, eliminando di fatto la selezione competitiva.
L’Italia eccelle nella prevenzione dei decessi evitabili e presenta i tassi di ricovero ospedaliero per malattie croniche più bassi dell’Ue. Seppur con punti deboli come, per esempio, la partecipazione agli screening oncologici che non si è ancora ripresa dalle interruzioni causate dalla pandemia e presenta significative disparità regionali.
Le lunghe liste d’attesa rappresentano il principale ostacolo nel sistema sanitario italiano, causando nel 2023 la rinuncia alle cure mediche necessarie da parte di oltre il 7% della popolazione. A ciò si aggiunge la bassa copertura pubblica per le prestazioni ambulatoriali e odontoiatriche, che spesso spinge i pazienti a pagare di tasca propria per accedere più rapidamente ai fornitori privati. Rispetto al sistema farmaceutico si dice che “è dominato dagli acquisti ospedalieri che rappresentano circa i tre quarti della spesa totale, quasi il doppio della media Ue del 41%”, generando sforamenti di bilancio che nel 2024 hanno superato i 4 miliardi di euro. La spesa farmaceutica a carico dei cittadini, nel 2023 rappresentava il 6,5% della spesa sanitaria totale a fronte del 3,9% nell’Ue. Tuttavia, l’Italia garantisce un rapido accesso ai farmaci innovativi e dimostra capacità di innovazione nel settore farmaceutico, nonostante gli investimenti relativamente modesti in ricerca e sviluppo.
Si dice poi nel report che, “nonostante il miglioramento della diagnosi precoce e delle cure, il cancro rappresenta una sfida importante per la salute pubblica italiana”. Il tasso di incidenza per età è sostanzialmente in linea con la media dell’Ue, e il tasso di mortalità per cancro per età è inferiore di quasi il 7% alla media dell’Ue e ha registrato un calo del 15% dal 2011, superiore alla riduzione media dell’Ue del 12%. Molti casi di cancro rimangono prevenibili, ma il consumo di tabacco, principale causa evitabile di mortalità per cancro, continua a rappresentare una sfida importante: dopo anni di calo, i tassi di fumo tra gli adulti sono nuovamente in aumento, mentre quelli tra gli adolescenti sono tra i più alti dell’Ue.