“Rivisitare il contesto del documento, per considerare di nuovo la situazione in Europa, e per aggiornare le comuni preoccupazioni per la missione di annunciare lo Spirito”. È il riferimento del Papa alla Charta Oecumenica, firmata 25 anni fa e al centro dell’udienza concessa ai membri del Ccee, della Cec e ai rappresentanti delle Chiese d’Europa. “Mentre ci sono segni positivi e incoraggianti di crescita in alcune parti d’Europa – il bilancio di Leone XIV, nel discorso in inglese – nello stesso tempo in molte comunità cristiane cresce la consapevolezza di essere una minoranza”. La situazione attuale, inoltre, “include nuove generazioni e popoli appena arrivati che hanno storie ed espressioni culturali molto varie”, ha detto il Papa, secondo il quale “ci sono molte nuove voci da ascoltare e storie che devono essere accolte attraverso incontri quotidiani e relazioni più strette, per non parlare dell’urgenza di promuovere il dialogo, la concordia e la fraternità in mezzo al frastuono della violenza e della guerra, i cui echi si avvertono in tutto il continente”. In tutte queste situazioni, secondo Leone, “la grazia, la misericordia e la pace del Signore sono davvero essenziali, perché solo l’aiuto divino ci mostrerà il modo più convincente di proclamare Cristo in questi contesti in cambiamento”.