Chiese in Europa: Ccee e Cec, firma ieri a Roma della Charta Œcumenica, “passo storico verso l’unità dei Cristiani”

(Foto Ccee/Cec)

Con “un passo storico verso l’unità dei Cristiani”, la versione aggiornata della Charta Œcumenica è stata presentata ieri a Roma nella Chiesa del martirio di San Paolo presso l’Abbazia delle Tre Fontane a Roma, dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e dalla Conferenza delle Chiese europee (Cec). Frutto di “un lungo e meticoloso processo di revisione iniziato nel 2022”, “questo documento congiunto – scrivono i due organismi europei in un comunicato – segna una tappa fondamentale nel cammino ecumenico delle Chiese europee, rinnovando il loro impegno a camminare insieme nel dialogo, nella comprensione reciproca e nella testimonianza condivisa in risposta alle sfide del nostro tempo”. La Charta aggiornata è stata firmata dall’Arcivescovo Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna, presidente del Cec, e da mons. Gintaras Grušas, Arcivescovo di Vilnius e presidente del Ccee. Insieme, hanno rinnovato “il loro impegno a costruire ponti tra le Chiese in Europa”. “Questa Charta Œcumenica è una chiamata alla coscienza e alla cooperazione”, ha affermato l’arcivescovo Nikitas. “Il nostro impegno reciproco come Chiese non è astratto, ma si fonda su una fede condivisa, vissuta nel dolore, nella divisione e nella speranza. In un’Europa frammentata e secolarizzata, la Charta ci spinge a riscoprire la forza della nostra comunione e l’urgenza della nostra missione. Dobbiamo proclamare insieme il Vangelo, sostenere la dignità umana e lavorare fianco a fianco per la giustizia, la pace e la cura del creato. Questa è la nostra vocazione ecumenica: non solo parlare di unità, ma viverla”. L’arcivescovo Grušas ha sottolineato che l’aggiornamento della Charta arriva in un momento cruciale per il cammino dell’Europa. “Le nostre Chiese sono chiamate a essere segni di unità e di speranza, non solo a parole ma anche nei fatti. Questa Charta ci permette di rispondere insieme alle ferite della guerra, agli sfollamenti e alle sfide etiche poste dalle nuove tecnologie. Ci esorta a camminare con umiltà, ad affrontare i fallimenti del passato ed a creare spazi di guarigione e riconciliazione. Ci invita, inoltre, ad ascoltare le voci dei giovani e a coinvolgerli nell’ideazione del percorso futuro. Siamo più forti quando siamo uniti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi