In una conferenza stampa tenutasi nella Cardenal Maurer di Cochabamba, a presentazione della propria assemblea plenaria, la Conferenza episcopale boliviana (Ceb) si è pronunciata sul recente processo elettorale e sull’insediamento delle nuove autorità del Paese. “Pregheremo, come abbiamo sempre fatto per tutti i governi”, ha affermato il segretario generale aggiunto della Ceb, padre Diego Plá”. Ha sottolineato l’importanza di preservare “il clima democratico e, naturalmente, ciò che chiediamo alle autorità è che ci sia sempre un consenso, che includa tutti i settori della società, ma soprattutto uno sguardo più speciale alle persone che soffrono di più”. La priorità, oggi, secondo i vescovi, è l’impegno a “normalizzare la situazione del Paese affinché possiamo lavorare e ciascuno possa svolgere il proprio lavoro per ottenere un salario dignitoso”. Padre Plá invitato la popolazione ad avere pazienza, ricordando che “non si esce dalla crisi in un mese o due. È una crisi che si trascina da molti anni”. Il sacerdote ha messo in guardia da una nuova forma di povertà che affligge il Paese, la tossicodipendenza: “Sì, c’è una nuova povertà che è il problema della tossicodipendenza e della droga nel nostro Paese. Se alla fine non siamo solo un Paese produttore, ma diventiamo anche un Paese consumatore, allora distruggeremmo i nostri giovani», sottolineando l’importanza di affrontare questo tema con serietà e dialogo”. I vescovi hanno anche espresso apprezzamento, dentro a una visione di libertà religiosa e corretta laicità, per il reinserimento del crocifisso e segni religiosi in Parlamento e nelle sedi istituzionali.