Nel cuore dell’Amazzonia, la COP30 si prepara a diventare un crocevia decisivo per il futuro del pianeta. Caritas Italiana, con il numero zero dei Quaderni di Italia Caritas, rilancia l’urgenza di una giustizia climatica che sappia ascoltare il grido della Terra e dei poveri. Il cambiamento climatico, sempre più accelerato e visibile anche in Italia, impone scelte coraggiose e condivise: secondo l’IPCC, il Mediterraneo è tra gli hotspot globali, e il 2024 ha segnato il superamento della soglia critica di più 1,5°C rispetto all’era preindustriale.
La COP30, che si terrà a Belém dal 10 al 21 novembre 2025, segna anniversari cruciali – 20 anni dal Protocollo di Kyoto, 10 dall’Accordo di Parigi – e sarà la prima conferenza ospitata in Amazzonia. Sei gli assi strategici: transizione energetica, tutela della biodiversità, agricoltura sostenibile, resilienza urbana, sviluppo umano e fattori abilitanti come finanza e tecnologia. Caritas America Latina e Caraibi propone tre priorità connesse con gli assi strategici della COP30: perdite e danni, adattamento e finanziamento climatico, intrecciando giustizia sociale e ambientale.
“La responsabilità verso il futuro interpella tutti: cittadini, cristiani, istituzioni e naturalmente la Caritas – si legge in una nota di Caritas italiana -. Serve una conversione ecologica profonda, capace di generare stili di vita sostenibili e politiche inclusive. Le esperienze di animazione comunitaria, come quella di Senigallia dopo l’alluvione, mostrano che la resilienza nasce dalla solidarietà. Tra gli esempi anche i progetti in Bangladesh e in Ecuador. La sfida climatica è anche una sfida di giustizia, salute, migrazioni e welfare: costruire comunità energetiche solidali, promuovere l’agroecologia, difendere i diritti dei migranti climatici sono azioni concrete per un futuro equo e sostenibile”. Il Quaderno sulla giustizia climatica è a cura di Massimo Pallottino, con testi di Pallottino e Flavia Scifoni. Direttore di collana: Paolo Valente