“Oggi il nostro popolo vive la sua vera crocifissione davanti agli occhi della comunità mondiale”. Lo ha detto ieri Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, nell’omelia pronunciata nella Cattedrale luterana di Oslo, dove si è svolta una preghiera ecumenica per la pace, alla quale hanno preso parte leader religiosi della Norvegia e dell’Ucraina. “Sanguiniamo e ci chiediamo ancora una volta: Dio, perché?”, ha detto l’arcivescovo maggiore di Kyiv. “Forse questa domanda – domanda sul perché proprio noi, ucraini, dobbiamo essere crocifissi oggi davanti agli occhi del mondo intero – è al centro dell’attenzione di tutte le persone di buona volontà, credenti e non. Dio, perché altri popoli vivono, vanno avanti, gioiscono, crescono, mentre noi ogni notte dobbiamo morire? Perché in Ucraina scorre il sangue dei neonati? Dio, perché?”. Ma Shevchuk ha anche parlato di un “paradosso divino”: “la crocifissione, punto estremo di umiliazione e discesa, diventa momento di glorificazione e ascensione!”. “Oggi, insieme ai rappresentanti del Consiglio Panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose – ha quindi aggiunto -, vogliamo ringraziare i cristiani della Norvegia e tutte le persone di buona volontà per la solidarietà con l’Ucraina”. E nel ricordare la storica frase, “Seppelliamo i morti e nutriamo i vivi!”, l’arcivescovo ha concluso: “Sia questo il motto della nostra azione comune di carità cristiana per fermare la guerra e salvare l’Europa da un’altra tragedia. Possano le nostre sofferenze e la nostra testimonianza comune del Vangelo di Cristo per il mondo contemporaneo servire”.