Tratta: +25% vittime nel mondo e record di condanne. In Europa 10.793 (+6,9%). Suor Carla Venditti, “una piaga che continua a crescere nell’indifferenza”

suor Carla Venditti

Aumentano nel mondo le condanne per tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo, ma resta ampio il divario nella protezione e identificazione delle vittime. È quanto emerge dal 2025 Trafficking in Persons Report del Dipartimento di Stato Usa, che denuncia anche una crescita costante del fenomeno, con numeri ancora largamente sottostimati rispetto alla reale portata del problema. Secondo i dati più recenti, condivisi anche da Unodc, le vittime identificate nel 2022 sono aumentate del 25% rispetto al 2019, con una tendenza in ulteriore crescita nel 2023. Le donne e le ragazze rappresentano il 61% del totale. In netto aumento anche i casi di sfruttamento lavorativo (42%), che per la prima volta superano quelli a scopo sessuale (36%). Tuttavia, il 72% delle condanne resta legato allo sfruttamento sessuale. In Europa, nel 2023 sono state registrate 10.793 vittime (+6,9%), mentre in Italia il Piano Nazionale Antitratta 2022-2025 punta a rafforzare prevenzione, protezione e cooperazione tra istituzioni e società civile, con particolare attenzione a donne e minori. Le stime globali dell’Ilo-Walk Free-Oim parlano di 50 milioni di persone in condizione di schiavitù moderna in un giorno medio del 2021, di cui 27,6 milioni in lavoro forzato e 22 milioni in matrimoni forzati.

“Il traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione sono un’orribile piaga che continua a crescere nell’indifferenza generale”, denuncia suor Carla Venditti, delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, impegnata da anni tra Roma e l’Abruzzo nel reinserimento di giovani donne vittime di tratta. “Dietro ogni numero c’è una persona, una storia spezzata, una dignità calpestata. In strada incontriamo ragazze sempre più giovani, ingannate o costrette con la violenza. La pandemia ha aggravato tutto questo”.  Per suor Carla, il Giubileo rappresenta “un’occasione di conversione profonda: dalla cultura dello scarto alla cultura della misericordia e della fraternità. Quando strappiamo una ragazza dalla strada, non salviamo solo un corpo, ma ridiamo speranza a un’anima ferita. Ogni rinascita è un miracolo della misericordia”. Nella Casa Oasi Madre Clelia, le giovani accolte trovano “una vera famiglia, dove iniziare una nuova vita nello spirito e nel lavoro”. Un cammino possibile solo attraverso reti di solidarietà concreta, conclude suor Carla: “Come Chiesa e società civile dobbiamo lavorare insieme per spezzare le catene di questo mercato disumano.”

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