In occasione della discussione parlamentare di oggi sulla mozione per la sospensione del Memorandum d’intesa Italia-Libia, l’organizzazione umanitaria Sos Mediterranée lancia un appello urgente affinché il Parlamento ne approvi la sospensione, denunciando gravi violazioni dei diritti umani ai danni delle persone migranti intercettate e riportate in Libia con il sostegno italiano. Firmato nel 2017 e prossimo al rinnovo automatico nel 2026 in assenza di modifiche entro il 2 novembre, il Memorandum prevede il supporto economico, logistico e operativo alla Guardia Costiera libica. “La Libia non può essere considerata un partner affidabile – afferma Sos Mediterranée – ma un Paese instabile e pericoloso, dove le persone migranti subiscono torture, detenzioni arbitrarie, violenze sistematiche e sfruttamento”. Nel comunicato diffuso oggi, l’organizzazione ricorda le numerose inchieste condotte da agenzie delle Nazioni Unite (Onu, Ohchr, Unhcr, Iom), che documentano in modo dettagliato e costante le gravi violazioni commesse ai danni delle persone migranti in Libia. Particolare preoccupazione viene espressa riguardo al ruolo della Guardia Costiera libica, che, secondo Sos Mediterranée, agisce spesso in collusione con reti criminali e milizie armate.
“Il 24 agosto scorso, durante un’operazione di salvataggio, la nostra nave Ocean Viking è stata attaccata dalla Guardia Costiera libica con armi da fuoco – denuncia Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranée Italia –. Nessuna reazione ufficiale è arrivata da parte del governo italiano, nonostante l’estrema gravità dell’episodio e il rischio corso dai nostri operatori umanitari e dalle persone soccorse”. L’organizzazione chiede un’indagine a livello nazionale ed europeo sui recenti incidenti violenti e un riesame urgente del ruolo dell’Italia e dell’Ue nella gestione della zona SAR libica, il cui riconoscimento, sostiene Sos Mediterranée, “andrebbe rivisto in considerazione delle continue violazioni del diritto internazionale”. “Smettere di collaborare con le autorità libiche – conclude Taurino – è il minimo che possa fare un Paese democratico. Ogni ulteriore sostegno significa corresponsabilità”. Sos Mediterranée annuncia infine la propria partecipazione agli action day organizzati da Refugees in Libya nei prossimi giorni, in diverse piazze italiane, insieme ad altre realtà umanitarie impegnate nella tutela dei diritti delle persone migranti.