Tumori: Policlinico Gemelli, le novità in radiologia interventistica per trattare le metastasi al Mediterranean Interventional Oncology che si apre oggi

Trattare le metastasi col freddo o col calore? Tutte le novità della radiologia interventistica saranno al centro della due giorni di Mio-Live (Mediterranean Interventional Oncology, 20-21 gennaio), il meeting teorico-pratico internazionale, organizzato ogni anno al Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs – questa è la decima edizione – dal professor Roberto Iezzi, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore Uoc Radiologia d’urgenza e interventistica, e dedicato alle più innovative tecniche e tecnologie di settore, oltre che alle nuove indicazioni di questo campo in costante espansione. Quest’anno i riflettori sono puntati sul trattamento mini-invasivo delle metastasi e sui registri europei.
Le tecniche possono essere riassunte in due macroaree: l’ablazione e l’embolizzazione. La prima consente di distruggere direttamente il tumore utilizzando il calore (termoablazione a radiofrequenza o a micro-onde), il freddo (crioablazione), campi elettrici (elettroporazione) o tossici (alcolizzazione). L’embolizzazione taglia i viveri al tumore perché chiude i vasi che lo riforniscono di ossigeno e sostanze nutritive, attaccandolo allo stesso tempo con farmaci (chemio-embolizzazione) o microsfere radioattive (radio-embolizzazione). “Nel primo caso – spiega Iezzi – la novità è rappresentata dall’uso di nuove particelle riassorbibili, in grado di veicolare una serie di farmaci (questo consente di poter agire contro tumori di varia natura). Il fatto che siano riassorbibili (da un’ora a 4 settimane) permette inoltre di ‘riaprire’ la strada per arrivare al tumore e fare un secondo o un terzo trattamento (un po’ come si fa con i diversi ‘cicli’ di chemioterapia). L’ischemia prodotta dall’embolizzazione determina nel breve periodo una sorta di shock per il tumore; a questo si aggiunge l’azione del farmaco, portato in quella sede dalle microparticelle”.
Ma rispetto alla chirurgia tradizionale quale efficacia ha la radiologia interventistica? “È di qualche mese fa – ricorda Iezzi – la pubblicazione del trial Collision che ha confrontato la chirurgia versus la termo-ablazione sulle metastasi del colon retto. Lo studio ha confermato che l’ablazione, grazie alla tecnologia e ai nuovi materiali sempre più performanti, consente di ottenere risultati simili a quelli della chirurgia, ma con minori effetti collaterali. Questo però non significa che stiamo per abbandonare la chirurgia a favore della radiologia interventistica. Come sempre, per garantire le maggiori chance di successo è necessario fare una corretta selezione dei pazienti da avviare all’una o all’altra procedura e questa scelta può essere fatta solo dopo aver discusso il caso all’interno di un board multidisciplinare, con tutti gli specialisti coinvolti nel trattamento del paziente”. Anche l’approccio alle procedure di radiologia interventistica sta cambiando, favorendo sempre più – sempre in un’ottica di minor invasività – quello trans-radiale (cioè da un’arteria del polso), al posto di quello trans-femorale (dai vasi dell’inguine). Il Policlinico Gemelli è un centro di riferimento nazionale e internazionale, con oltre 4.500 procedure di radiologia interventistica eseguite ogni anno.

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