Banco Alimentare: Calabria, interruzione del servizio nel Cosentino. L’appello di mons. Checchinato, “è un bene che va custodito”

“Il Banco alimentare è un bene che va assolutamente custodito”. Così, in una nota stampa dell’Ufficio comunicazioni sociali diocesano, l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Giovanni Checchinato, ha espresso preoccupazione per la vicenda e le difficoltà che sta vivendo il Banco Alimentare per la Calabria che aveva il centro di distribuzione nella zona industriale di Montalto Uffugo (Cs) e costretto a interrompere il servizio. Come evidenziato nella giornata di sabato dal presidente Franco Falcone in un comunicato stampa, “il contratto di locazione sottoscritto con il curatore fallimentare dell’ex Comac di Montalto Uffugo (dove il Banco ha la sua sede ndr) è cessato il 2 dicembre 2024 a seguito dell’aggiudicazione dell’asta di vendita e non ci consente di proseguire le attività avendo la nuova proprietà richiesto il rilascio immediato dei locali”.
“Senza voler entrare nella diatriba legata alla nuova destinazione dei capannoni di Montalto che accoglievano il centro di distribuzione provinciale – su legge nel comunicato – mons. Checchinato ha voluto esprimere la sua forte preoccupazione e ribadire il valore di un servizio agli ultimi attraverso questa rete capillare di parrocchie, enti, istituti e associazioni religiose e laiche”.
“In una terra dove le difficoltà economiche sono maggiori, dove la disoccupazione è alta, le famiglie sono monoreddito, ci sono tanti pensionati – ha detto mons. Checchinato –, è quantomai urgente che le Istituzioni comunali e ‘sovracomuali’, alle quali rivolgo il mio appello, insieme alla Chiesa e a quanti lo desiderano (privati, enti fondazioni) si siedano attorno ad un tavolo per individuare con celerità una soluzione che non è favore della pur meritevole opera del Banco Alimentare ma soprattutto di quanti periodicamente ne beneficiano”. Il presule bruzio ha ricordato che “l’opera del Banco alimentare è sotto gli occhi di tutti” e che “Gesù stesso (come è richiamato in apertura del bilancio sociale dell’Ente) quando si accorge che le folle venute per ascoltarlo hanno fame, non ignora il problema, e neppure fa un bel discorso sulla lotta alla povertà, ma compie, un gesto che lascia tutti stupiti: prende quel poco che i discepoli hanno portato con sé, lo benedice, e moltiplica i pani e i pesci. Qui non si tratta di operare miracoli ma di fare ciascuno la propria parte”.
Come evidenziato nel comunicato, “la distribuzione alimentare periodica sostiene mense e attività solidali ed è un segno di speranza, piccolo, ma che da consolazione e spinge a fare il bene, a condividere con chi ha di meno, con chi ha poco sulla tavola”.
La Calabria “ha il 42,8% della popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale”, e “la crisi economica e l’inflazione galoppante hanno creato 600mila nuovi poveri nel meridione. Del resto, riporta ancora la nota,” in Calabria ci sono oltre 800 mila persone che vivono in famiglie a rischio povertà” e “nella sola provincia di Cosenza operano 244 strutture caritative su un totale di 598 accreditiate su base regionale per un totale di 130mila assistiti a cui sono stati distribuiti beni per un valore economico di circa 20 milioni di euro nel solo 2023”.
Da ultimo, la diocesi cosentina ricorda che “le operazioni di distribuzione delle derrate alimentari va nella direzione del superamento della cultura dello spreco del cibo e di tutto ciò si avvicinano alla naturale scadenza o destinato a deperimento”.

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