Australia: antisemitismo in aumento. Nota degli arcivescovi di Sydney, “risposta militare di Israele non può giustificare gli attacchi contro gli ebrei”

(Foto Conferenza episcopale australiana)

Preoccupazione delle Chiese cristiane per i crescenti fenomeni di antisemitismo che si stanno purtroppo registrando anche in Australia. Per questo, a Sidney, l’arcivescovo cattolico Anthony Fisher, l’arcivescovo anglicano Kanishka Raffel e l’arcivescovo greco-ortodosso d’Australia Makarios Griniezakis hanno lanciato un appello congiunto per respingere la “normalizzazione dell’odio” e ribadire che la risposta militare di Israele ad Hamas non può essere usata per giustificare l’esplosione di antisemitismo in Australia. “Alcuni hanno cercato di giustificare il comportamento antisemita facendo riferimento alle azioni dello Stato di Israele nella sua guerra contro Hamas, ma un simile calcolo morale è seriamente fuorviante”, affermano i leader cristiani nella nota. Gli arcivescovi osservano che simili ragionamenti perseguono lo stesso risultato e cioè “prendere di mira civili innocenti. Non c’è alcuna logica nell’attaccare gli ebrei in Australia come mezzo per contrastare le azioni dell’esercito di un’altra nazione”. La nota è stata pubblicata oggi a seguito dell’ultimo attacco antisemita di venerdì, in cui sono state incendiate e vandalizzate auto a Sydney e la vecchia residenza del leader ebreo Alex Ryvchin è stata cosparsa di vernice rossa. Gli arcivescovi definiscono nella nota “inquietante” il movente che c’è dietro a questi attacchi che – aggiungono – rappresentano “un pericolo per tutti noi”.
“La storia ci mostra come la disumanizzazione del popolo ebraico possa rapidamente trasformarsi in violenza, persino in genocidio. Una società che tollera l’antisemitismo è retrograda perché tratta alcune persone, in base alla loro appartenenza religiosa o razziale, definendole addirittura come ‘bersaglio facile’”.

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