Don Giuseppe Rossi: Mattarella, “pastore fedele alla propria comunità, incarnò valori di verità, giustizia e libertà”

“Con la proclamazione da parte della Chiesa cattolica di don Giuseppe Rossi a beato, vengono riconosciute le qualità di pastore fedele alla propria comunità e di coerenza della testimonianza cristiana del giovane sacerdote. La sua dedizione al mandato ricevuto lo pose a rischio della vita, laddove – nel periodo della lotta di Liberazione dell’Italia – intendeva difendere l’esistenza e la dignità delle persone, incarnando valori di verità, giustizia e libertà che troveremo poi trasfusi nella Costituzione della Repubblica”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio al vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, in occasione dalla celebrazione eucaristica per la beatificazione del martire don Giuseppe Rossi, che è stata presieduta ieri in cattedrale dal card. Marcello Semeraro.
Nel testo letto dal cancelliere vescovile don Fabrizio Poloni durante il rito, il Capo dello Stato ha ricordato che don Rossi, “parroco in un piccolo comune della Val d’Ossola, venne massacrato dai fascisti in una rappresaglia della Brigata nera ‘Muti’, nel 1945, a due mesi dalla Liberazione, costretto a scavarsi con le mani la fossa in cui sarebbe stato frettolosamente sepolto. Nessuna pieta accompagnò quell’assassinio: il luogo della sepoltura venne indicato solo giorni dopo da uno dei carnefici”. “I valori di solidarietà, di rispetto dei diritti dei più umili ebbero in don Giuseppe Rossi espressione esemplare, con la manifestazione della virtù del dono supremo per la sua gente”, ha proseguito Mattarella, concludendo: “Alla sua figura, così significativa per la comunità civile, rivolgo un pensiero commosso e riconoscente, unendomi a quanti oggi onoreranno il ricordo del giovane parroco di Castiglione d’Ossola, vittima del clima di odio nei confronti della Chiesa e dei sacerdoti da parte del regime fascista”.

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