Riviste: “Lavialibera”, nel nuovo numero un dossier dedicato alle “mafie dei pascoli”. Don Ciotti, “dal baratro di illegalità dobbiamo risalire in fretta”

Un affare milionario e per lo più sommerso, che sta producendo danni enormi alle montagne e ai pascoli tradizionali. Con terreni abbandonati all’incuria, animali sfruttati e maltrattati, violenze e danneggiamenti, a scapito delle realtà agropastorali più piccole, e decine di milioni di euro sottratti ai fondi destinati a sostenere agricoltori e pastori onesti. Alcuni gruppi criminali compiono frodi per ottenere i ricchi contributi europei legati ai pascoli. È un fenomeno sempre più esteso. Stando agli ultimi dati dell’Ufficio europeo antifrode (Olaf), nel 2022 il valore delle truffe alla Pac da parte dei 27 membri dell’Unione è stato superiore a 200 milioni di euro. L’Italia, con 307 segnalazioni, si è posizionata al terzo posto per danno alle casse pubbliche, dopo Polonia e Romania, con oltre 26 milioni di euro sottratti con modalità irregolari e fraudolente. Cifra peraltro in crescita rispetto al 2021, che copre quasi il 60% delle truffe totali dell’Italia a carico dei fondi europei. Il nuovo numero de “Lavialibera”, periodico di Libera e Gruppo Abele, dedica la copertina e il suo dossier alle “mafie dei pascoli”. Si tratta di un numero speciale, realizzato in collaborazione con La Nuova Ecologia, mensile fondato da Legambiente. La rivista sarà presentata al prossimo Salone internazionale del Libro di Torino.
“Le mafie non si fanno scrupoli: per il profitto sono abituate a calpestare il diritto e la ragione. Quel che amareggia – scrive nell’editoriale Luigi Ciotti – è che anche attori economici non mafiosi si muovano con la stessa spregiudicatezza. Da questo baratro di illegalità dobbiamo risalire in fretta! Serve una risalita dell’attenzione da parte non soltanto della magistratura e delle forze di polizia, ma delle amministrazioni e di tutti gli enti deputati alla protezione dell’ambiente: associazioni, parchi, consorzi turistici devono allearsi e vigilare contro ogni manovra speculativa. Serve una risalita etica, un desiderio da parte di ognuno di preservare quel patrimonio inestimabile che sono le terre incontaminate della montagna”.
Per realizzare il dossier, la redazione de Lavialibera è stata in Abruzzo, regione dove queste pratiche si sono diffuse anche per la negligenza dei controllori. “Qui i nostri inviati – spiega una nota – hanno intervistato i pastori che hanno subito i danni della corsa all’accaparramento ai pascoli di montagna da parte di grandi imprese del nord e di gruppi criminali. In Pianura Padana il fenomeno assume un’altra veste: i pascoli ‘fantasma’ servono a sversare i liquami degli allevamenti intensivi oltre i limiti consentiti. Le frodi sui contributi per i pascoli non sono un fenomeno tutto italiano: i predoni di terreni e soldi agiscono anche in altre parti d’Europa, in particolare in Polonia, Ungheria, Spagna e Francia. E all’orizzonte ancora tanti soldi basti pensare l’enorme portata finanziare della Politica agricola comune dell’Unione europea (Pac), che per il 2023-2027 prevede uno stanziamento di 307 miliardi, il 40 per cento del bilancio di Bruxelles”.

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