Libano: Unicef, “il conflitto causa una crescente sofferenza nei bambini”

“Un nuovo rapporto dell’Unicef in Libano sottolinea la crescente sofferenza dei bambini nel Paese, alle prese con una serie di crisi aggravate dal conflitto”. A dirlo è il portavoce dell’Unicef James Elder. Il rapporto “Caught in the Crossfire: The Impact of Six Months of Conflict on Children in Lebanon” (“Catturati nel fuoco incrociato – L’impatto di sei mesi di conflitto sui bambini in Libano”) rileva, infatti, “un’impennata dei bisogni umanitari in tutto il Libano, a seguito degli attacchi aerei che hanno progressivamente colpito più a fondo un Paese già colpito da una lunga crisi economica e politica”.
L’Unicef, si legge nella dichiarazione di Elder diffusa ieri, ha già messo in guardia sulle incessanti e sovrapposte emergenze del Libano e sul loro impatto sui bambini e sull’istruzione. Oggi, prosegue il portavoce, “queste emergenze sono aggravate da attacchi aerei quasi quotidiani. Oltre ai bambini uccisi e ai numerosi feriti, 30.000 bambini sono stati sfollati. Le infrastrutture su cui i bambini fanno affidamento sono state distrutte, inclusi danni significativi alle stazioni idriche, negando così a 100.000 persone l’accesso all’acqua potabile. Circa 23 strutture sanitarie – che servono 4.000 persone – sono chiuse a causa delle ostilità”. Se il conflitto dovesse continuare ad aggravarsi, l’Unicef avverte che “le ripercussioni sui bambini saranno devastanti”.
L’attuale conflitto, ricorda Elder, “ha aggravato una crisi dell’istruzione preesistente in Libano. Già prima dell’attuale conflitto, oltre 700.000 bambini non andavano a scuola e non studiavano. Oggi, nel sud del Libano, le recenti violenze hanno causato la chiusura di oltre 70 scuole”.
Come conseguenza della crisi economica in corso, “si stima che più della metà della popolazione libanese viva al di sotto della soglia di povertà, mentre il 90% delle famiglie di rifugiati siriani vive in condizioni di estrema povertà. Questa situazione si ripercuote anche sulla salute mentale e sul benessere fisico dei bambini e delle loro famiglie, con livelli allarmanti di disagio psicologico. Le segnalazioni di ansia e traumi sono aumentate, non solo a causa dello sfollamento ma anche in risposta agli incessanti bombardamenti e ai raid aerei. Tra i genitori e le persone che si prendono cura dei bambini palestinesi in tutto il Libano, quasi un bambino su due (47%) esprime ansia”.
Il rapporto offre anche una panoramica dei risultati ottenuti dall’Unicef per i bambini in questa crisi: “Ma – conclude il portavoce dell’Unicef – anche con il nostro massimo impegno, è essenziale un cessate il fuoco permanente. Senza di questo, il Libano rischia una guerra su larga scala che avrebbe un impatto devastante sugli 1,3 milioni di bambini che vivono nel Paese e sul resto dei bambini della regione”.

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