Cappellani carceri: Nordio (min. Giustizia), “contribuite a far conoscere il sistema penitenziario, superando recinzioni e pregiudizi”

“Lo vide e ne ebbe compassione”. Queste parole, tratte dal Vangelo di Luca, “ben rappresentano una missione che, intesa in senso laico, riguarda non solo voi, ma chiunque decida di occuparsi del carcere. Chiunque decida di non smettere di cercare sempre l’uomo anche in quanti sono ristretti in una cella angusta: l’uomo con i suoi sbagli, con la sua storia, ma anche con la sua possibilità di cambiare. Se davvero vogliamo dare attuazione al principio costituzionale della pena tesa alla rieducazione non possiamo non rimettere al centro innanzitutto quell’umanità dolente che voi ogni giorno incontrate”. Lo ha scritto, in un messaggio, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rivolgendosi ai partecipanti al V convegno nazionale dei cappellani e degli operatori della Pastorale penitenziaria, in corso ad Assisi fino a domani.
“Visitare i carcerati, occuparsi e preoccuparsi di loro dovrebbe diventare interesse condiviso dell’intera società: tutti noi, ciascuno nel proprio ruolo, contribuiamo anche così a costruire città più pacificate e più sicure”, ha aggiunto il ministro, ricordando che domenica accoglierà Papa Francesco nel carcere femminile della Giudecca, a Venezia, che ospita il Padiglione della Santa Sede della Biennale. “Una visita storica che conferma, ancora una volta, la costante e profonda attenzione del Pontefice verso la popolazione detenuta. Uomini e donne che lo sguardo collettivo tende invece a rimuovere, come sembra dire una delle istallazioni esposte alla Giudecca: un grande occhio sbarrato. L’occhio di chi – da fuori – sceglie di non rivolgere il proprio sguardo al di là di quegli alti muri di cinta. Vedere significa infatti anche assumersi la responsabilità”, ha osservato Nordio.
Ogni giorno, ha aggiunto, “anche voi, come i nostri direttori, gli agenti penitenziari, gli educatori, i volontari, incontrate il popolo del carcere. E questo vi rende in moltissime situazioni dei fari sempre accesi, capaci di portare conforto, speranza e di rischiarare le zone più buie del carcere. Quelle della disperazione che troppo spesso arriva fino al suicidio: una sconfitta per tutti noi e un fardello di dolore; ma anche le situazioni di solitudine, marginalità e perfino di violenza. Anche nelle più drammatiche situazioni – che la cronaca purtroppo continua a registrare – voi costituite un punto di riferimento per quanti sono privati della libertà. Sia adulti sia, ancor di più, minori, quindi ancor più vulnerabili, come le vittime delle vergognose violenze contestate ad agenti nell’Ipm Beccaria di Milano. Lì il sistema penitenziario ha mostrato due facce opposte: quella crudele di chi avrebbe inferto inaccettabili violenze su dei ragazzi affidati allo Stato, stando all’inchiesta in corso e tenendo ferma la presunzione di innocenza; ma al Beccaria è emerso anche il volto più autentico della Polizia penitenziaria che, onorando fino in fondo la propria divisa, è stata decisiva nelle stesse indagini”.
Nordio ha concluso: “Il sistema penitenziario è un sistema complesso, che voi conoscete bene e che contribuite a far conoscere, superando recinzioni e pregiudizi. E di tutto questo vi sono grato, da cittadino oltre che da Ministro della Giustizia, impegnato – fin dal primo giorno – nello sforzo di migliorare le condizioni di chi opera o vive negli istituti penitenziari. Più agenti, più educatori, nuovi direttori, nuovi investimenti per ristrutturare o ampliare le strutture, più possibilità di lavoro, più occasioni di sport: in questa direzione ci stiamo muovendo, convinti che tutto può concorrere a portare miglioramenti, ma altrettanto consapevoli che stratificate criticità non si risolvano così velocemente”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa