Rifiuti da costruzione e demolizione: Anpar, “filiera unita per monitorare impatto normativa End of Waste in arrivo”

“L’ormai prossima pubblicazione del Decreto End of Waste sui rifiuti di costruzione e demolizione risolve numerosi problemi per le attività di gestione e riciclo, ma restano ancora da sciogliere alcuni nodi applicativi. I due anni di monitoraggio previsti serviranno alla filiera per comprendere gli effetti concreti determinati dall’entrata in vigore della nuova normativa e chiedere al Ministero eventuali correttivi”. È il messaggio lanciato da Paolo Barberi, presidente di Anpar (Associazione nazionale produttori di aggregati riciclati che fa parte di Assoambiente), a margine dell’evento “Il futuro dei rifiuti da costruzione e demolizione con il nuovo regolamento End of Waste”, promosso a Roma dall’Associazione insieme a TuttoAmbiente SpA e Assiea (Associazione italiana esperti ambientali).
L’evento ha visto ampia partecipazione di operatori e rappresentanti di tutta la filiera dei rifiuti da costruzione e demolizione e gli interventi del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica con Daniele Carissimi; di Valeria Frittelloni, responsabile Dipartimento valutazioni controlli e sostenibilità ambientale di Ispra, e di Pietro Baratono, presidente II Sezione Consiglio superiore dei lavori pubblici.
In attesa che entri in vigore il nuovo Decreto, ha proseguito Barberi, “restano in piedi alcuni nodi su cui è importante continuare a lavorare insieme al Ministero. Il periodo di monitoraggio di 24 mesi è strategico per comprendere le ricadute pratiche dell’entrata in vigore del decreto, evidenziare eventuali problemi e lacune non risolte dalla norma. Per questo motivo la sinergia tra i diversi anelli della filiera, dai produttori ai riciclatori, passando per demolitori e utilizzatori, sarà fondamentale in vista dell’obiettivo comune di migliorare le attività di gestione delle 78,7 milioni di tonnellate annue di inerti (dati Ispra – circa il 48% dei rifiuti speciali prodotti a livello nazionale), consentendo al settore di affermarsi definitivamente come traino per lo sviluppo dell’economia circolare e garantendo al nostro Paese più volumi recuperati e reimmessi sul mercato e meno discarica”.

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