Brasile: conclusa ieri l’assemblea dei vescovi. Dom Spengler (presidente), “esperienza di sinodalità e ascolto molto concreta”

(Foto Conferenza episcopale brasiliana)

Si è conclusa ieri ad Aparecida la 61ª Assemblea della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb). Nella sessione conclusiva e davanti a più di 400 vescovi, mons. Jaime Sprengler, arcivescovo di Porto Alegre, presidente della Cnbb e presidente del Celam, ha sottolineato ciò che porta a casa da questa assemblea: “Un’esperienza di sinodalità e un’esperienza di ascolto molto concreta, continuiamo così, le differenze sono normali e sane, ma viviamo in comunione, sono grato per l’impegno di tanti che collaborano con noi”. Ha anche sottolineato le varie dimensioni dei compiti dei vescovi: pastorale, comunitaria-fraterna, spirituale, intellettuale: “Dobbiamo sforzarci di dare continuità alle linee dell’evangelizzazione, della pastorale giovanile, della cura della vita e della casa comune”.
Per i vescovi brasiliani sono stati dieci giorni intensi di lavoro, con quattro messaggi approvati dall’episcopato e indirizzati, rispettivamente, a Papa Francesco, al prefetto del Dicastero per i vescovi, il card. Robert Francis Prevost, al popolo brasiliano e ai cristiani cattolici. Quest’ultimo è una delle novità di questa assemblea. Per la prima volta, c’è un messaggio dell’assemblea alle comunità cattoliche, ha sottolineato l’arcivescovo di San Paolo, il cardinale Pedro Odilo Scherer, un testo dedicato alla vita delle comunità. Il messaggio inizia ringraziando “per tutto ciò” e rivolge anche una parola di incoraggiamento su alcuni temi, con la sinodalità come base: il dialogo, il rispetto per gli altri, il saper divergere senza conflitti, insistendo sul fatto che “la nostra fede non deve dividere, ma deve essere un elemento che aiuta a creare comunità”.
Il messaggio al popolo brasiliano, secondo quanto affermato dall’arcivescovo di Manaus, card. Leonardo Steiner, evidenzia “la necessità di affrontare alcuni elementi importanti”, vuole essere un messaggio di speranza, di futuro, della realtà politica e climatica, ricordando i 60 anni dall’inizio della dittatura e incoraggiando la cura per la democrazia e la lotta alla violenza nel Paese e alle guerre. “Il recente passato ci insegna che la ricerca di soluzioni per il Brasile passa necessariamente attraverso il dialogo e la comprensione. Gran parte di ciò che abbiamo superato è dovuto all’interazione tra dirigenti lucidi e cittadini impegnati nella vita, nella democrazia e nel Paese. Le istituzioni brasiliane e la società civile sono fondamentali in questo processo”. “Che è buono e bello per la missione”, vissuto e realizzato nelle comunità.

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