Disabilità: suor Donatello (Cei), “non c’è inclusione se manca una conversione nelle pratiche della convivenza e delle relazioni”

“Non siamo isolati e non siamo cristiani a titolo individuale, ognuno per conto proprio: la nostra identità cristiana è appartenenza! Siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa”. Così suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, oggi pomeriggio, in apertura del Convegno nazionale “Noi, non loro”, in corso a Scampia (Na) e promosso dallo stesso Servizio. “È come un cognome – ha aggiunto -: se il nome è ‘sono cristiano’, il cognome è ‘appartengo alla Chiesa’. È molto bello notare come questa appartenenza venga espressa anche nel nome che Dio attribuisce a sé stesso”. In un altro passaggio, suor Donatello spiega le finalità del Convegno, giunto alla terza edizione: “In questi giorni – ha annunciato – sperimenteremo che è possibile generare e sostenere comunità inclusive, ascolteremo relazioni teologiche e pedagogiche e condivideremo 60 esperienze che narrano le stagioni della vita delle persone con disabilità. Faremo tutto insieme perché ‘si può fare assieme’, è possibile eliminare ogni discriminazione e soddisfare concretamente l’esigenza di ogni persona di sentirsi riconosciuta e parte integrante di un progetto. Non c’è inclusione, infatti, se manca l’esperienza della fraternità e della comunione reciproca. Non c’è inclusione se resta un semplice slogan. Non c’è inclusione se manca una conversione nelle pratiche della convivenza e delle relazioni”.

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