Morti sul lavoro: Luzzi (Mcl), “non basta il cordoglio, servono azioni” per “finanziare di più il sistema della sicurezza”

“Mille morti l’anno sul lavoro e almeno settemila decessi in conseguenza ai danni causati dalle condizioni nei quali i lavoratori sono impiegati sono dati che disegnano un’emergenza che non può non porre il tema in testa all’agenda della politica: non basta il cordoglio dopo le stragi e i quotidiani incidenti, non servono dichiarazioni ma azioni”. È la presa di posizione del presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Alfonso Luzzi.
Il Mcl evidenzia quanto le istituzioni e, in una logica di corresponsabilità, tanto le imprese quanto le organizzazioni sindacali, “debbano dare reale priorità alla sicurezza sui luoghi di lavoro”. Dal presidente nazionale dell’organizzazione giunge anche una proposta concreta: “Tra i soggetti che possono dare il sostegno maggiore sicuramente c’è l’lnail, che è un istituto di eccellenza nell’ambito della pubblica amministrazione italiana, e che chiude ogni anno il proprio bilancio con importanti avanzi d’esercizio”, per cui “fatti salvi gli obblighi nei confronti dei propri assicurati, parte degli utili potrebbero essere utilizzati per finanziare maggiormente il sistema della sicurezza”. Un modo, spiega Luzzi, “potrebbe essere quello di aumentare le risorse che annualmente l’Istituto destina al bando lsi per il finanziamento a fondo perduto per il rimborso delle spese che le aziende che sostengono per la sicurezza. Oggi, infatti, poco più del 20% delle aziende che partecipa al bando riesce ad accedervi”.
Con l’intento di tenere alto il livello di attenzione, organizzato già prima dei terribili fatti di Suviana, il Movimento, su iniziativa del provinciale di Firenze e del regionale Toscana, propone un convegno dal titolo “Fermare le morti bianche”, domani, dalle 9, a Calenzano. Un momento di confronto con le rappresentanze del mondo imprenditoriale e sindacale, al quale interverranno non solo il presidente Luzzi ma tutta la presidenza nazionale del Mcl.

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