Medici senza frontiere riprende parzialmente le attività mediche nell’area metropolitana di Port-au-Prince, la capitale di Haiti, dopo una sospensione di 22 giorni causata da ripetute minacce e violenze contro il nostro personale e i nostri pazienti.
“Stiamo riprendendo le nostre attività grazie al dialogo costruttivo con le principali parti interessate e al coinvolgimento delle autorità per garantire il rispetto delle nostre squadre e della nostra missione medica – si legge in una nota dell’ong -. Tuttavia, il rischio per le nostre équipe rimane elevato, in particolare per le ambulanze. Di conseguenza, il nostro trasporto di pazienti rimane per ora sospeso e l’ospedale di Turgeau rimane chiuso, perché può funzionare solo quando possiamo trasferire in sicurezza i pazienti ad altre strutture, se necessario. Ora stiamo riaprendo gli ospedali di Tabarre, Carrefour e Cité Soleil, oltre alla clinica Pran Men’m. Chiediamo ancora una volta a tutte le parti di rispettare il nostro personale, i nostri pazienti e le nostre strutture mediche, il che è essenziale per il proseguimento delle nostre attività”.
Se da un lato, nei giorni scorsi ha riaperto l’aeroporto internazionale di Port-au-Prince, dall’altra è ancora molto forte l’impressione per il massacro di circa 280 persone, in gran parte anziani, avvenuto a Cité Soleil nello scorso fine settimana. Il Governo, in seguito a tale fatto, ha annunciato un’azione definita “decisiva” contro le bande criminali
Amnesty International, dal canto suo, condanna il recente massacro. “Esortiamo le autorità haitiane e la comunità internazionale a raddoppiare gli sforzi per proteggere la popolazione nel contesto della crisi di sicurezza. I responsabili dei massacri e di altre gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani devono essere identificati al più presto e consegnati alla giustizia per le loro azioni”, ha dichiarato Ana Piquer, direttrice per le Americhe dell’organizzazione.