“Lo scopo della nostra lettera è di incoraggiare il governo britannico a giocare un ruolo costruttivo nelle discussioni per garantire una nuova cifra per i finanziamenti da erogare ai Paesi poveri (New collective quantified goal, Ncqg)”. Comincia così la lettera che il vescovo inglese cattolico responsabile in materia di ambiente John Arnold e il suo corrispondente anglicano, il vescovo di Norwich Graham Usher, hanno scritto al governo britannico in vista della Cop29, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che si svolge fino al 22 novembre, a Baku, in Azerbaijan. Nel loro messaggio Arnold e Usher chiedono che “fondi pubblici, ottenuti dagli individui e dalle società che inquinano maggiormente, vengano indirizzati verso i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi climatica e che queste sovvenzioni siano donazioni, anziché prestiti, così da non aggravare la situazione già difficile di debiti nella quale si trovano i Paesi più poveri”. Tra le richieste fatte dai due vescovi al governo britannico vi sono quella di “tassare in modo più adeguato i profitti delle società che gestiscono petrolio e gas per i danni che provocano all’ambiente” e di “legiferare per costringere i privati che hanno fatto prestiti ai Paesi più poveri a ridurre o estinguere questi debiti cosi che i Paesi in via di sviluppo non debbano scegliere tra pagare enormi interessi ai loro creditori e pagare per proteggere le loro comunità dalla crisi climatica”.