Sanità: Roma, il 25 gennaio presentazione alla Camera del progetto Dignitas Curae che mette al centro della cura il malato

Il primo passo per lavorare concretamente al rilancio della sanità dell’immediato futuro: il 25 gennaio, presso la Sala della Regina della Camera dei deputati, la Fondazione Dignitas Curae Ets, presieduta dal professor Massimo Massetti, responsabile Area cardiovascolare e cardiochirurgica del Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, presenta il proprio progetto con l’intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e le conclusioni del cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin.
L’evento, moderato da Bruno Vespa, e aperto dai saluti istituzionali del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, vuole presentare il manifesto della Fondazione che mette al centro della cura il malato e non la malattia, quale cambio di paradigma per contribuire a ridurre la frammentazione della cura, e di conseguenza ritardi e disservizi negli ospedali e nell’assistenza domiciliare. Il manifesto della Fondazione Dignitas Curae Ets vede il sostegno di Papa Francesco (primo firmatario), del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e del ministro Schillaci.
Interminabili liste d’attesa, congestione dei pronto soccorso, carenza endemica di medici e infermieri e, a monte di tutto, insufficiente allocazione delle risorse finanziarie. Questa la foto del sistema sanitario nazionale, nelle parole del prof. Massetti: “Una crisi che abbraccia diversi profili, che si è aggravata nel corso degli anni, tanto da configurare, a giudizio di molti, il fallimento del sistema sanitario nazionale, ovvero di quel meraviglioso strumento, creato nel 1978, che ha garantito per tanti anni cure universali e gratuite a tutti”. L’organizzazione della tutela della salute è entrata “in un circolo vizioso, e quasi cieco, allo stato delle cose difficilmente reversibile poiché si è rotto il rapporto di fiducia tra cittadino e sanità”. Secondo Massetti, è urgente la “revisione di un modello di cura ormai superato in quanto il sistema continua a curare la malattia, anziché il malato. La cura è dunque una sola: ridare al paziente un percorso unitario di cura, evitando in questo modo ritardi e disservizi”.

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