Papa Francesco: “politica non può lasciarsi dettar legge dalla finanza e dai meccanismi di mercato”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La misura di una civiltà si vede da come vengono trattati i più vulnerabili – non dimentichiamo che le grandi dittature, pensiamo al nazismo, scartavano i vulnerabili, li uccidevano, li scartavano –: poveri, disoccupati, senza tetto, immigrati, sfruttati e tutti coloro che la cultura dello scarto trasforma in rifiuti”. Lo ha ribadito il Papa, nell’udienza concessa alla delegazione del Gruppo Dialop (Transversal Dialogue Prokect), prima dell’udienza generale in Aula Paolo VI. “Una politica veramente al servizio dell’uomo non può lasciarsi dettar legge dalla finanza e dai meccanismi di mercato”, l’altro monito di Francesco, secondo il quale “la solidarietà, oltre che virtù morale, è esigenza di giustizia, che richiede di correggere le distorsioni e purificare le intenzioni dei sistemi iniqui, anche attraverso radicali cambiamenti di prospettiva nella condivisione di sfide e risorse tra gli uomini e tra i popoli”. Per il Papa, è un “poeta sociale” chi si impegna in questo campo: “non avere paura della poesia, la poesia è creatività”. Infine, la legalità, che “implica l’impegno a contrastare la piaga della corruzione, degli abusi di potere e dell’illegalità”: “Solo nell’onestà, infatti, si possono instaurare relazioni sane e si può cooperare con fiducia ed efficacia alla costruzione di un avvenire migliore”.

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