Svizzera: Caritas, “l’inflazione accresce i rischi di povertà fino agli strati inferiori del ceto medio”

“Assistiamo a un aumento dei prezzi come non lo vedevamo dall’inizio degli anni ’90, con gravi conseguenze per una parte sempre più crescente della popolazione”. Lo ha affermato Aline Masé, responsabile del Servizio Politica sociale di Caritas Svizzera. Nell’ultimo anno e mezzo – viene spiegato in una nota diffusa oggi – il costo della vita è aumentato in modo così marcato come non accadeva da molto tempo. Ne risentono in misura superiore alla media soprattutto le famiglie con risorse finanziarie limitate. La reazione del mondo politico a questa allarmante tendenza è contenuta, scrive Caritas Svizzera nel suo Almanacco sociale pubblicato proprio in questi giorni di fine anno.
Nel 2023, la diffusione della povertà in Svizzera è stato un tema ricorrente nei media. Fortunatamente scende il numero delle persone che beneficiano dell’assistenza sociale, come ha reso noto oggi l’Ufficio federale di statistica. Ma questo non è un motivo per abbassare la guardia, poiché la soglia per ricevere l’aiuto sociale è molto bassa.
Caritas Svizzera punta il dito contro il rincaro generale, l’aumento dei premi della cassa malati e degli affitti. La combinazione di questi tre fattori fa precipitare le economie domestiche con un reddito basso, in particolare le famiglie, in un’emergenza esistenziale. “Un quinto delle famiglie situate nella fascia più bassa della scala del reddito spende quasi l’intero stipendio per l’alloggio, il cibo, la salute e la mobilità, costi fissi su cui è difficile risparmiare”, ha continuato Masé. Allo stesso tempo sono proprio queste voci di spesa ad aver subito un rialzo nettamente superiore al rincaro medio. Soprattutto i costi per l’alloggio costituiscono un serio problema per molti, in particolare per le famiglie a basso reddito che già spendono troppo per l’affitto. Il 20% più povero della popolazione sborsa in media oltre un terzo del proprio reddito lordo per l’alloggio e l’energia. E i costi aumenteranno ancora nei prossimi anni. Il recente rialzo del tasso di riferimento a inizio dicembre comporterà un aumento dei costi per gran parte degli inquilini da aprile 2024. Continueranno a salire anche le spese accessorie in vista di un ulteriore rialzo dei prezzi dell’elettricità a gennaio.
“L’inflazione, l’esplosione dei premi e l’aumento delle pigioni sono una miscela tossica per tutti coloro che versano in una situazione finanziaria difficile”, ha aggiunto Aline Masé. Secondo vari studi condotti negli scorsi anni, questo vale per circa un quinto delle famiglie. “Molte di loro – ha precisato – hanno dovuto attingere alle proprie riserve già durante la pandemia e ora non hanno più nulla da parte». La situazione non cambia nemmeno con l’evoluzione positiva sul mercato del lavoro, rileva Aline Masé nel suo rapporto sullo sviluppo sociale ed economico degli ultimi due anni. Il rapporto è il punto di partenza dell’Almanacco sociale 2024, pubblicato in questi giorni da Caritas Svizzera, nel quale l’esperta in povertà scrive che molti stipendi sono troppo bassi e che i redditi medio-bassi non vanno a pari passo con il crescente costo della vita. Questo crea il fenomeno dei working poor, ovvero quei lavoratori che non guadagnano abbastanza per sbarcare il lunario.
Caritas Svizzera denuncia che il Parlamento nazionale non è riuscito a trovare un accordo né su un adeguamento totale del rincaro per le rendite Avs e Ai nonché per le prestazioni complementari né su un rialzo straordinario della riduzione individuale dei premi della cassa malati (Ripam). Alcuni Cantoni hanno aumentato i loro budget per la Ripam o innalzato lievemente la soglia massima di reddito che dà diritto alla riduzione, in modo che più persone possano beneficiare dei sussidi per la cassa malati. Ma questo non basta affatto per compensare il rincaro e i premi più elevati.

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