“È necessario ritrovare un modo di abitare il mondo in cui economia e interiorità non siano in conflitto, ma si sostengano reciprocamente”. Da questa urgenza culturale e spirituale nasce il progetto Oikonomia promosso dall’associazione Ricostruire la Vita, una intuizione di Luigino Bruni, referente dell’economia di comunione, e di padre Guidalberto Bormolini dei Ricostruttori nella preghiera al Borgo.
Il progetto – diretto da Roberta Rocelli – nasce come evoluzione del Festival di Economia e Spiritualità che, in occasione del decennale del suo percorso, si rinnova e si apre a uno nuovo e più ampio scenario. Dunque, non più soltanto festival ma anche simposio e scuola, per un impegno integrale che guarda in tante diverse direzioni, dalla ricerca scientifica e accademica alla divulgazione. L’appuntamento con Oikonomia – Economia e spiritualità è dal 7 al 9 novembre a Prato, presso la Villa San Leonardo al Palco. Una tre giorni intensa di incontri, confronti, meditazioni, laboratori e testimonianze che vede l’adesione dell’arcidiocesi di Lucca e del Comune di Capannori e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Nel fine settimana successivo il festival fa tappa a Castelnuovo Garfagnana (14 novembre), l’eremo di Calomini (15 novembre), Capannori (15 novembre) e Lucca (16 novembre). L’apertura dei lavori è prevista per venerdì 7 novembre, alle 18,30, con gli interventi di Paola Dubini dell’Università Bocconi, e di Alberto Melloni dell’Università di Modena. Il programma integrale è consultabile su https://festivaleconomiaespiritualita.it/
Il nuovo progetto si fonda sul desiderio di “entrare in profondità nella realtà per togliere l’attrito tra economia e spiritualità”. “Questo festival vuole sostare nei punti dove lo sguardo si è abituato a non vedere”, spiega Roberta Rocelli. Oikonomia è un richiamo a una diversa amministrazione delle risorse, secondo logiche interiori ed etiche. “Il tema di quest’anno sono i capitali e le capitali spirituali – mette in evidenza padre Bormolini -. I capitali spirituali sono tutte quelle ricchezze interiori che in una civiltà riduzionista e materialista ci sfuggono e che invece costituiscono il vero valore, sono risorse invisibili ma decisive, i capitali spirituali sono i luoghi che fanno da riferimento al cambiamento, sono i luoghi degli esclusi, ma anche le periferie, le zone di montagna che possono diventare gli spazi di una vera rinascita perché ci permettono un radicamento valoriale opposto a quello della civiltà dell’idolatria del denaro e del consumo”.