Giubileo dei movimenti popolari: don Ferrari, “senza di loro la democrazia si atrofizza”, da oggi allo Spin Time il quinto incontro

“Senza i movimenti popolari la democrazia si atrofizza, come dice Francesco e ribadisce Leone nella sua esortazione apostolica. Rischia di diventare una democrazia formale”. Lo dichiara don Mattia Ferrari, cappellano della ong Mediterranea e coordinatore di Emmp (Encuentro Mundial de Movimientos Populares), in un’intervista rilasciata ai media vaticani alla vigilia del quinto incontro dei movimenti popolari, cominciato oggi allo Spin Time, nel quartiere Esquilino di Roma (fino al 24 ottobre), e del Giubileo dei movimenti popolari, in programma il 25 e 26 ottobre. La democrazia, spiega don Ferrari, “è vera se è sostanziale, se i popoli partecipano attivamente: il nostro percorso ha anche questo scopo, la cosa più importante della vita sono le relazioni, dobbiamo fare in modo che tutti gli attori sociali abbiano relazioni vive”. “I movimenti popolari – ricorda il cappellano di Mediterranea a proposito del percorso iniziato nel 2014 per iniziativa di Papa Francesco e che prosegue oggi con Papa Leone e l’enciclica Dilexi te – si sono formati dagli esclusi dal sistema, dagli scartati, riciclatori, campesinos, migranti, tutte quelle che in vario modo sono oppresse dal sistema socio-economico, che anziché rassegnarsi si organizzano per cambiare le cose, per costruire solidarietà, attraverso le relazioni sociali, per lottare contro le ingiustizie e per praticare e costruire una nuova società e una nuova economia”. “Questo percorso – prosegue don Ferrari – nasce parallelamente in tante parti del mondo, tante città, tante campagne, dove i movimenti popolari, che non sono necessariamente di per sé una realtà cattolica ma raccolgono persone cattoliche, che professano altre religioni o nessuna religione, in tante città, hanno iniziato a camminare anche con la Chiesa, a sperimentare la sua presenza materna, che li accompagna”.

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