Ordinariato militare: Roma, pellegrinaggio al santuario del Divino Amore. Mons. Saba, “male della guerra è un campo non fecondato dalla grazia di Dio”

Promosso dalla decima zona pastorale dell’Ordinariato militare, e coordinato dal cappellano della Legione Carabinieri Lazio, don Donato Palminteri, si è svolto nella nottata il pellegrinaggio a piedi al santuario del Divino Amore a Roma. “Pellegrini di speranza per invocare il dono della pace”, questo il tema. Vi hanno preso parte militari, loro familiari e amici. A presiederlo l’ordinario militare per l’Italia, mons. Gian Franco Saba. Partito dallo slargo antistante il palazzo della Fao, il corteo è giunto al santuario dove, alle 5.30, l’arcivescovo castrense ha presieduto l’eucarestia, concelebrata dal vescovo emerito di Cefalù, nonché cappellano collaboratore, mons. Vincenzo Manzella e da alcuni cappellani militari. Nell’omelia, mons. Saba, riprendendo il Santo Padre, ha affermato: “Noi oggi attraversiamo una tappa della storia molto difficile. Indubbiamente – ha aggiunto Saba – con il pensiero ai conflitti in corso, alle situazioni di instabilità. Ogni qualvolta noi togliamo Dio dalla nostra vita rischiamo di compiere un grande danno. L’assenza di questa fede ci conduce a una spropositata accentuazione del nostro io con tutte le conseguenze che ne derivano. La guerra – ha continuato – in fondo è l’esito di una contrapposizione dove non vi è spazio per una visione ultraterrena, dove Dio non ha uno spazio autentico. Il male della guerra è comunque sempre il frutto di una vita che non sa guardare oltre, è un campo non fecondato dalla grazia di Dio”. Che ognuno possa essere – l’auspicio finale del presule – “generatore di vita nuova”, diventando “terreno fecondo”, sul modello di “Maria che è stata un grembo fecondo, un grembo pronto per la vita nuova”.

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