Nell’ambito del Festival della Missione, che si svolgerà a Torino dal 9 al 12 ottobre, gli spazi del Sermig ospitano la mostra “Passione Amazzonia” per ricordare padre Ezechiele Ramin, servo di Dio e missionario comboniano in Amazzonia che diede la vita all’età di 33 anni per difendere i diritti dei popoli indigeni e dei contadini oppressi lasciati senza terra.
“Passione Amazzonia” è promossa da missionari Comboniani, associazione Terra e Missione e Movimento Laudato Si’, in collaborazione con la famiglia di Ramin; con disegni, testi, audio e meditazioni originali viene ripercorsa la sua avventura missionaria di pace accendendo i riflettori sul legame profondo tra la sofferenza del creato, la passione di Cristo e la devastazione dei popoli indigeni, vissuta fino alla morte.
L’esposizione – si legge in un comunicato – raccoglie 14 pannelli, di cui 12 sono disegni realizzati direttamente da padre Ramin, oggi servo di Dio, che nelle sue lettere amava allegare al testo delle illustrazioni, per raccontare, anche con le immagini, la condizione dei popoli indigeni che lo avevano accolto come missionario. Ne è nato un percorso di immagini e meditazioni che illuminano la vita quotidiana degli indios, in un crescendo di intensità, tra sofferenza ed emarginazione per i diritti negati, resistenza per difendere le terre e speranza per un futuro migliore. “Grazie al tratto contemplativo delle illustrazioni, la mostra – spiegano i curatori della mostra di Terra e Missione – si offre come una sorta di via crucis contemporanea, che mette in dialogo la sofferenza di Gesù con quella delle comunità native, che soffrirono senza rinunciare alla speranza di una resurrezione. In Gesù inchiodato alla croce risuona il grido della terra e dei poveri ma anche un richiamo alle responsabilità di fronte agli uomini senza scrupoli, interessati a costruire e vendere strumenti di morte, per guadagnare sulla pelle dei fratelli. Nella cura, nella resistenza e nei cammini di liberazione possiamo riconoscere la speranza della resurrezione”.
La mostra è già visitabile all’Arsenale della pace, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.