Ricorre domani l’undicesimo anniversario della consacrazione del nuovo santuario di San Gabriele dell’Addolorata, a Isola del Gran Sasso d’Italia, in provincia di Teramo. Per festeggiare la ricorrenza mons. Antonio D’Angelo, arcivescovo metropolita de L’Aquila, è stato invitato a presiedere la solenne celebrazione eucaristica delle 11.
La costruzione del nuovo santuario, dedicato al patrono della Regione Abruzzo e della Gioventù cattolica italiana, iniziò il 26 febbraio 1970, sulla base di un progetto elaborato nella seconda metà degli anni Sessanta dagli Studi Associati di Milano, sotto la direzione dell’ingegner Rino Rossi di Bologna. A partire dagli anni Ottanta l’architetto Eugenio Abruzzini di Roma realizzò numerosi interventi di adeguamento liturgico. Nelle intenzioni dei professionisti milanesi – viene sottolineato in un comunicato – si trattava di “un progetto semplice e felice, come semplici e felici furono i giorni del giovane san Gabriele dell’Addolorata, come i luoghi dei suoi ultimi anni. Il santuario vuole esser un’isola di serenità nella serenità di questi luoghi, un grande giardino, un modo per stare insieme, una collina che sale lenta, a gradoni, quasi un invito per una passeggiata tra il verde, una passeggiata che concorre e ripropone il luogo della preghiera”.
Il rito di consacrazione del nuovo santuario, tra i moderni più grandi d’Europa, venne presieduto il 21 settembre 2014 dall’inviato speciale di Papa Francesco, il card. Ennio Antonelli, già arcivescovo di Firenze e presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia. In quella occasione, Bergoglio inviò al santuario una lettera speciale, nella quale, tra l’altro, scriveva: “Si tratta, lo sappiamo, di un luogo di culto tra i più celebri dell’Italia e dell’Europa, nel quale ogni anno numerosi fedeli si raccolgono in preghiera molto devotamente chiedendo per sé e per i loro cari i favori divini, confessano i propri peccati ottenendo la misericordia del Signore e partecipano con grande devozione all’Eucaristia. Inoltre molti giovani e malati arrivano al santuario per implorare umilmente aiuto, protezione e conforto spirituale”.