Prima dell’Assemblea plenaria di primavera dei vescovi di Francia, che si terrà dall’1 al 4 aprile a Lourdes, la Conferenza episcopale francese ha organizzato una sessione speciale per fare un bilancio delle misure messe in atto per combattere la violenza sessuale nella Chiesa dopo la presentazione del rapporto della Ciase (Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa). La sessione si svolge alla Cité Saint-Pierre di Lourdes, a partire da oggi, lunedì 31 marzo, fino a martedì 1 aprile. L’incontro alterna tavole rotonde, laboratori, momenti di spiritualità e la proiezione di uno spettacolo che mescola cinema e musica, creato e diretto da una vittima. “Con la partecipazione di oltre 300 persone, questa giornata e mezza di incontri si propone non solo di discutere i diversi meccanismi e iniziative messe in atto dalla Chiesa, ma anche di individuare ciò che resta da fare e le prospettive ancora da aprire, dando voce alle vittime e agli attori chiave della Chiesa e della società civile impegnati nella lotta contro la violenza sessuale”, si legge in una nota di presentazione dell’evento.
“Sono stati fatti dei passi; sono state prese decisioni e altre sono in corso di attuazione; altre ancora sono in attesa di un avvio serio di attuazione. Tutto deve essere perseguito, approfondito, raffinato”, ha detto mons. Eric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della Conferenza episcopale francese, aprendo questa mattina i lavori della sessione. “Stiamo lavorando affinché questa nuova cultura penetri nelle menti e nei cuori dei cattolici in Francia. “Che tutti si considerino corresponsabili di questa cultura. Anche a questo livello il cammino è aperto, è iniziato ma è ben lungi dall’essere completato”. Il presidente dei vescovi francesi ha quindi rivolto un saluto “particolare” alle vittime che hanno accettato di partecipare all’incontro. “Ci hanno aiutato molto. Per noi, queste persone sono passate dall’essere vittime a testimoni”. In chiusura di intervento, mons. de Moulins-Beaufort ha invitato tutti i partecipanti a “dire la verità”. “Non chiediamo nient’altro che di dire semplicemente ciò che ritenete importante dire per il bene di tutti, per le vittime, per la nostra società, per la Chiesa in Francia e altrove”. “Che ognuno si senta libero di dire ciò che ha dentro. Bisogna dirlo in modo tale che venga recepito. Ma con tutto il cuore desidero sottolineare che noi vescovi siamo desiderosi di ascoltare ciò che voi avete da dirci”.