Cammino sinodale: Capuzzi, “snellire per camminare insieme”

“Snellire: alleggerire quanto è diventato troppo pesante per camminare insieme”. Così Lucia Capuzzi, membro del Comitato nazionale del Cammino sinodale, ha sintetizzato la direzione di marcia dell’ultima fase del percorso, intervenendo in Aula Paolo VI alla seconda Assemblea. “Lungi dal rimpiangere un potere e un prestigio mondani perduti, i grandi numeri e le impalcature imponenti, l’interrogativo che, con cuore sincero, ci poniamo è come e cosa dobbiamo cambiare nelle forme storiche e nello stile per continuare, in quest’epoca, a rendere ragione della nostra speranza”, ha spiegato ripercorrendo le tre fasi del Cammino sinodale – narrativa, sapienziale e profetica – finalizzate a dare corpo alle intuizioni di Papa Francesco nella Evangelii gaudium: “una Chiesa evangelica, accogliente e ospitale, attenta più alle relazioni e alla testimonianza che alla conservazione delle strutture, in grado di affiancare anche quando fatica a comprendere, pronta a curare i feriti senza distinzione alcuna, di caricarsi in spalla quanti sono oberati dalle fatiche invece di gravarli di nuovi pesi. Una Chiesa discepola oltre che Maestra, capace di passione e compassione, che sa ascoltare la voce dello Spirito nelle grida degli ultimi, degli indifesi, degli scartati, i preferiti di Dio, perché difendendo loro si protegge l’intera famiglia umana. Una Chiesa determinata a un’opzione preferenziale per i poveri, nello stile delle Beatitudini e nel solco del Concilio, a servizio del sogno di Dio in atto nella storia e per questo impegnata contro ogni violazione delle dignità degli esseri umani e del Creato. Una Chiesa capace di contrastare l’iniquità, di ricucire le relazioni rotte e i fili spezzati di un mondo in frantumi. Di farsi strumento di pace mentre infuria la guerra e si moltiplicano i fronti. Di tessere alleanze buone con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, di diverse appartenenze religiose e culturali, per farsi promotrice di fraternità. Per forgiare insieme alternative di vita umane e umanizzanti mentre la disumanità avanza”.

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