Libano: Ordine Malta, “accordi a rischio a Gaza e Libano. Urge mediazione, diplomazia, cura dei bisogni umanitari, assistenza internazionale e ritorno dei rifugiati”

(Foto Associazione Libanese del Sovrano Ordine di Malta)

“Il Medio Oriente e, al suo interno, la Terra Santa, che per ragioni storiche e culturali sta a cuore all’Ordine di Malta, si trova nuovamente ad un bivio. Le incertezze sono molte, a diversi livelli. E ci sono anche molti rischi”: è quanto ha dichiarato Riccardo Paternò di Montecupo, Gran Cancelliere dell’Ordine di Malta, aprendo il ‘side event’ di alto livello organizzato dal Sovrano Ordine di Malta dal titolo “Cairos or Crisis? Unwinding Lebanon’s Path to Stability and Peace”, promosso nell’ambito della 61ª Conferenza sulla Sicurezza di Monaco (Msc) che si è tenuta oggi. “Anche gli accordi di cessate il fuoco a Gaza e in Libano sono a rischio – ha aggiunto -. C’è un solo modo per contenere e contrastare questi rischi: la mediazione, la diplomazia, la cura dei bisogni umanitari, l’assistenza internazionale per la ricostruzione e per un ritorno ordinato e sicuro dei rifugiati alle loro case. I bisogni e le aspirazioni delle persone dovrebbero essere la preoccupazione principale degli sforzi internazionali, non l’obiettivo delle operazioni militari”. L’evento, suddiviso in due panel con la partecipazione di numerosi ospiti del panorama politico e istituzionale tra cui il primo ministro libanese uscente Najib Mikati e Cindy Hensley McCain, Executive Director del World Food Programme, ha rappresentato, si legge in una nota dell’Ordine, “un’importante occasione di confronto sul futuro del Libano e sulle sfide che il Paese deve affrontare per garantire stabilità e pace durature”. “Il Libano è stato devastato dalla guerra tra Israele e Hezbollah, con il Sud del Paese che ha sofferto enormemente. Molte vite sono andate perdute e una parte della popolazione è stata sfollata”, ha dichiarato Mikati, per il quale “il sostegno della comunità internazionale rimane fondamentale. Questo supporto deve essere trasparente e garantire un’adeguata allocazione delle risorse. Durante l’ultimo conflitto, abbiamo istituito un’unità di risposta alle emergenze, che ha coordinato gli aiuti e consentito ai donatori di monitorare i propri contributi. Riteniamo che questo meccanismo debba essere applicato anche alle fasi di ripresa e ricostruzione”. “Oggi abbiamo la speranza che il Libano possa offrire un esempio per tutta la regione di cosa significhi valorizzare la diversità, che naturalmente è presente anche in Iraq, in Siria, in Giordania e in molti altri paesi dell’area”, ha dichiarato Marwan Muasher, ex ministro degli esteri del Regno di Giordania. “Speriamo che questo modello di inclusività possa ancora una volta indicare la strada verso un futuro migliore per l’intera regione”. Il secondo panel ha offerto “uno spazio di confronto sulle strategie per preservare la ricca diversità culturale e religiosa del Libano”. Tra i relatori Maha Yahya, Direttrice del Carnegie Middle East Center di Beirut, Moran Mor Ignatius Aphrem II, Patriarca della Chiesa Siriaco-Ortodossa di Antiochia, e Marwan Sehnaoui, Presidente dell’Associazione Libanese del Sovrano Ordine di Malta. “La crisi multidimensionale – ha affermato Sehnaoui – ha lasciato milioni di persone in difficoltà, tuttavia il Libano è più della sua crisi. È una nazione di notevole resilienza, ricchezza culturale e capitale umano. Questa diversità non è una debolezza ma la più grande forza del Libano. Per questo il ruolo della società civile e degli attori umanitari è indispensabile. Le istituzioni possono indebolirsi, ma lo spirito di un popolo resiste. L’Associazione libanese dell’Ordine di Malta è al fianco del popolo libanese non come sostituto dello Stato, ma come ponte tra le comunità, tra il popolo e le sue istituzioni, tra la crisi e la ripresa”. Il Sovrano Ordine di Malta è un attore umanitario di primo piano in Libano da oltre 70 anni e nella regione da oltre 900 anni.

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