“Gesù viene a liberarci da tante situazioni di schiavitù in cui ci troviamo, di cui parla anche Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, proprio in quel paragrafo dedicato all’apertura alla vita. Il Signore desidera riscattarci dall’individualismo in cui siamo spesso rinchiusi, che corrode la speranza, generando una tristezza che si annida nel cuore, rendendo acidi e insoddisfatti”. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nella messa celebrata nella basilica di Santo Spirito, nella solennità della Presentazione del Signore, Giornata mondiale della vita consacrata e Giornata nazionale per la vita.
Il presule, nell’omelia, ha raccontato anche una storia: “Un giovane cinese decise di diventare un provetto intagliatore di giada. Si recò perciò dal migliore maestro di tutta la Cina e si mise a bottega da lui. Il primo giorno, il maestro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse: ‘Tienilo stretto in pugno!’. Per tutto il giorno il giovane rimase fermo con il pugno chiuso. Non fece altro. Il giorno dopo, si presentò baldanzoso dal maestro, convinto di imparare qualcosa di nuovo. Ma il maestro gli mise in mano un pezzo di giada e gli disse: ‘Stringi il pugno!’. E per tutto il giorno il giovane rimase nuovamente fermo impalato con il pugno stretto su un pezzo di giada. Così il giorno dopo e il giorno dopo ancora. Per un anno intero. Un mattino, come era ormai abituato a fare, il giovane si presentò dal maestro con la mano aperta. Come al solito, il maestro gli mise una pietra in mano. Ma, appena la pietra gli sfiorò la mano, il giovane esclamò: ‘Ma questa non è giada!’. Il maestro sorrise: ‘Ora conosci la giada!'”.
Mons. Gambelli ha concluso: “Il nutrimento dell’Eucaristia, che tra poco riceveremo, ci aiuti a crescere nella gioia della comunione con il Signore Gesù e nella prontezza di rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi”.