“Diventiamo, nel tempio e nello spazio che il Signore ci dona, segno di speranza, anticipo del regno di Dio”. Lo ha detto mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, presiedendo nella basilica Madonna della Catena di Dipignano (Cs), luogo giubilare, la messa della presentazione di Gesù al tempio, alla presenza dei consacrati della diocesi.
Iniziando la propria meditazione, il presule bruzio ha sottolineato che “l’incontro della santa famiglia con Simeone e Anna ci insegna la bellezza delle relazioni illuminate dal dono dello Spirito, ma anche il dono della profezia, l’importanza del discernimento e della testimonianza”. Commentando il vangelo, l’arcivescovo ha evidenziato che “lo Spirito accompagna ogni donna e ogni uomo aperti all’assoluto. E Simeone, ad esempio, si è saputo fidare di Dio”. Rivolgendosi ai consacrati presenti, mons. Checchinato ha affermato che “la preghiera ci aiuta a guardare in alto, oltre le nostre possibilità e i nostri tempi, sempre così ritmati da un’ansia che qualche volta ci fa sentire salvatori del mondo”. Per questo “affidarsi nella preghiera al Signore può avvenire solo da cuori innamorati che, a dispetto delle fatiche, sanno riconoscere in Dio la presenza ferma della loro esistenza”.
Mons. Checchinato ha proposto la figura di Anna, ponendola a confronto con ciascuno di noi, “nell’attesa di un Dio che non smette di sorprendere con le sue logiche imperscutabili, nonostante le nostre logiche legate alla produzione, al tempo super veloce, alle priorità terrene”. Così, Anna è esempio perché, “nonostante le precarietà, ha saputo restare fedele al Signore nel silenzio e nel nascondimento”. “La vita consacrata – ha concluso – ci invita a vivere l’attesa, a far diventare questa dimensione una priorità della nostra vita spirituale”, caratterizzata dalla “vigilanza del cuore, dal discernimento del pensiero, dal servizio ai fratelli”.