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Polonia: vescovi contro il governo. No alla riduzione delle ore di religione nelle scuole. “Atto illecito”

Un duro comunicato della presidenza della Conferenza episcopale polacca reagisce al nuovo regolamento sottoscritto dalla ministra dell’istruzione Barbara Nowacka il 17 gennaio scorso sull’insegnamento facoltativo della religione nelle scuole pubbliche. Secondo le nuove norme, che entreranno in vigore dal 1° settembre prossimo, le ore di religione passeranno da due a una e nell’orario quotidiano dovranno essere calendarizzate prima o dopo le attività educative obbligatorie. I vescovi si erano già espressi contro questa nuova regolamentazione e con una nota pubblicata nella giornata di ieri, 19 gennaio, auspicano che il ministero “torni ad applicare gli standard dello stato di diritto e si astenga dall’intraprendere azioni contro i credenti che sono cittadini a pieno titolo della Repubblica di Polonia”. Secondo i vescovi, infatti il nuovo regolamento è “un atto illecito, perché non è stato raggiunto alcun accordo statutario con la Chiesa cattolica e le altre associazioni religiose interessate riguardo al suo contenuto”. Inoltre, “la riduzione dell’educazione religiosa a un’ora alla settimana limita il diritto dei genitori credenti ad educare i propri figli secondo le proprie convinzioni religiose” e il diritto degli studenti ad essere accompagnati “nello sviluppo verso la piena maturità”, anche rispetto alla sfera spirituale. Secondo i vescovi, infine, le modifiche introdotte incidono sui diritti lavorativi degli insegnanti di religione, garantiti dalla Costituzione.

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